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di Lorenzo Bissi

La fotografia è del 1888. La conosciutissima Tour Eiffel era in fase di costruzione: sarebbe stata uno delle opere realizzata per l’esposizione universale del 1889 di Parigi, per celebrare il centenario della Rivoluzione Francese.

Nel 1909 rischiò di essere demolita perché contestata dall’élite artistica e letteraria della città. Venne risparmiata solamente perché si rivelò una piattaforma ideale per le antenne di trasmissione necessarie alla nuova scienza della radiotelegrafia.
Quando si immortala qualcosa di non completo, del momento si possono dare due letture: è in costruzione o è distrutto?
Al momento, oltre all’élite artistica e letteraria degli “anni folli”(che non ce l’ha fatta), c’è forse qualcun altro che vuole buttarla giù.
Fiera e maestosa, per ora rimane al suo posto, e chissà, magari ci aiuta a trovare la 7 provvisorio sul digitale!

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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