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da: organizzatori

Tra le celebrazioni del Centenario di Ferruccio, un’asta di beneficenza ideata dall’imprenditore Tonino Lamborghini, erede della famiglia: il ricavato a favore della Fondazione Zanandrea di Cento (FE).

30 Aprile 2016, Budrio (BO) – Si è svolta questa sera all’Accademia dei Notturni di Budrio (BO) l’elegante cena conclusiva per celebrare il successo del Ferruccio Lamborghini Anniversary, svoltosi dal 28 al 30 Aprile.
A coronare la serata, un’asta di beneficenza il cui ricavato andrà a finanziare uno dei progetti della Fondazione Zanandrea, un Centro Socio Riabilitativo Diurno che accoglie 25 utenti, offrendo ospitalità diurna ed assistenza qualificata attraverso interventi mirati e personalizzati, sostenendo e supportando le famiglie alleggerendole nella gestione quotidiana, perseguendo l’integrazione sociale degli ospiti con l’ambiente esterno, e offrendo servizio infermieristico, fisioterapia, musicoterapia, laboratori per attività manuali e creative.
Madrina d’eccezione della serata e dell’intero evento è stata Clarissa Burt, top model e attrice di fama internazionale, oggi anche imprenditrice, produttrice, stilista, beauty editor. L’asta è stata coordinata dalla casa d’aste toscana Maison Bibelot, punto d’incontro e di riferimento per collezionisti e operatori di arte antica e contemporanea, dell’antiquariato e del gioiello.
All’asta, a cui hanno partecipato i numerosi Club Lamborghini e i clienti del Gruppo Tonino Lamborghini di tutto il mondo, sono stati battuti oggetti personali appartenuti a Ferruccio Lamborghini, come: la chiave originale della Topolino con cui partecipò alla Mille Miglia nel 1948, la penna stilografica Aurora 88 che usava per firmare i suoi documenti, il regolo calcolatore che teneva sempre nel taschino, una medaglia d’oro del centenario della Cassa di Cento, una cinepresa degli anni ’50 usata nei suoi viaggi internazionali o uno degli accessori fashion che indossava spesso per accogliere i suoi clienti VIP, la cravatta marrone della Sartoria Savini. Il pezzo più prezioso, l’orologio Universal Geneve in oro, è stato battuto per ultimo all’asta per un valore di 2.000 euro, aggiudicato dal malesiano Dato’ Victor Hoo, partner del figlio di Ferruccio, Tonino Lamborghini, nei Club lounge a marchio in Cina e Singapore. Felicissimo il Presidente della Fondazione Zanandrea, Giorgio Bonzagni, per il ricavato finale della serata: 8450 euro che saranno devoluti ai nuovi progetti del Centro Diurno Socio Riabilitativo “Pilacà” in via Baruffaldi 2/C a Cento di Ferrara.
Un’asta fortemente voluta da Tonino Lamborghini, che proprio due anni fa ha inaugurato il Museo dedicato alla memoria di suo padre in quella che fu la sede di una delle aziende di famiglia, e che racconta un aneddoto personale legato alla Fondazione Zanandrea, quando ancora era un orfanotrofio maschile:

“Il ricordo di alcuni compagni di scuola che provenivano dall’orfanotrofio Zanandrea è ancora vivo in me: non indossavano abiti adatti alla stagione, né possedevano giochi o avevano una merenda da poter mangiare all’intervallo come tutti gli altri. Poter oggi contribuire ai progetti di questa struttura è per me motivo di grande orgoglio e sono sicuro che anche mio papà lo sarebbe stato: un uomo che ha dato tanto all’industria italiana, ma anche al territorio in cui è nato e cresciuto. Un uomo che non ha mai dimenticato le sue umili origini e la sua incredibile umanità.”

TONINO LAMBORGHINI
Il Gruppo Tonino Lamborghini è stato fondato nel 1981 dal commendator Tonino Lamborghini, erede della famiglia Lamborghini. Oggi il Gruppo ha sede nello splendido “Palazzo del Vignola”, villa rinascimentale alle porte di Bologna realizzata dal famoso architetto Jacopo Barozzi, detto “Il Vignola”.
Traendo ispirazione dal suo heritage familiare e dalle sue esperienze professionali nel campo dell’ingegneria meccanica e del design automobilistico, il comm. Lamborghini ha creato un “lifestyle experience brand” con un’ampia gamma di prodotti di lusso: orologi, occhiali, cellulari, profumi, complementi d’arredo, abbigliamento, accessori sportivi, prodotti beverage, hotel a 5 stelle, lounge e ristoranti a marchio.
Da oltre 30 anni, Tonino Lamborghini interpreta un universo di stile italiano, rimanendo fedele alla tradizione e all’heritage della famiglia Lamborghini. Tutti i prodotti si contraddistinguono per il simbolo del “Toro che carica” su sfondo rosso.
Il Gruppo Tonino Lamborghini ha una mission molto chiara: esportare la passione e lo spirito della cultura italiana sotto forma di prodotti dal design unico e distintivo, ispirato al design industriale italiano e all’heritage meccanico della famiglia Lamborghini. Design dal carattere senza compromessi, stile innovativo e italianità, uniti al leggendario retaggio di un mito senza tempo: questi i valori che caratterizzano il marchio Tonino Lamborghini e conquistano i clienti in tutto il mondo.

FONDAZIONE ZANANDREA
La Fondazione Don Giovanni Zanandrea di Cento, attiva da anni nel settore dei servizi alla persona, ha sede proprio al centro della città, con un bel giardino che fa da cornice al Monumento dei Caduti.
Nasce nel 1918 come “orfanotrofio maschile” destinato ad accogliere, in particolare, i figli di quanti erano morti per causa di guerra e nel 1941 viene formalmente riconosciuto quale Ente Morale con amministrazione autonoma e inquadrato fra le Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (I.P.A.B.).
Nel 1946 dopo la ristrutturazione di una parte dei locali danneggiati dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, viene ufficialmente inaugurata la sede dell’Ente che inizia l’attività accogliendo i primi quindici ragazzi. L’apertura e la direzione dell’Istituto furono affidate al rev. Prof. Don Giovanni Zanandrea che dedicò gran parte della propria vita a questa missione; proprio per questo la Fondazione ne prese il nome. Il numero degli assistiti fino al 1946 è variato da 15 a 120 ragazzi.
Nel 1984 iniziano, in via sperimentale, le attività del Centro Diurno per portatori di handicap nell’intento di dare concreta risposta ad una particolare esigenza socio-assistenziale del nostro territorio.
Prosegue anche l’attività educativa residenziale per minori che viene sostanzialmente trasformata in “Gruppo Famiglia”, una comunità che accoglie i ragazzi in una struttura e in un contesto molto simile all’ambiente familiare in cui gli educatori vivono costantemente a contatto con i minori.
E’ nel 1998 che la Fondazione entra a fa delle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale, ONLUS, ampliando l’oggetto sociale dell’Ente, e assumendo l’attuale denominazione di “Fondazione Don Giovanni Zanandrea – Onlus”.
Attualmente siamo un Centro Socio Riabilitativo Diurno che abbiamo denominato “CENTRO PILACÀ”, con 18 addetti, fra educatori, operatori sanitari, e personale amministrativo, che accoglie quotidianamente oltre una ventina di persone con disabilità. Il Centro Pilacà, autorizzato per 25 utenti, offre ospitalità diurna ed assistenza qualificata attraverso interventi mirati e personalizzati, sostiene e supporta le famiglie alleggerendole nella gestione quotidiana, persegue l’integrazione sociale degli ospiti con l’ambiente esterno, offre trasporto da e per il domicilio, servizio infermieristico, fisioterapia, musicoterapia, laboratori per attività manuali e creative.
Nella prospettiva di migliorare la qualità di vita, di crescita personale e benessere dei nostri ospiti stiamo attivando due nuovi progetti indirizzati al Teatro e al Lavoro.
Alla fine dello scorso anno, abbiamo progettato “ACTOR ZANANDREA”, un percorso educativo che utilizza l’arte come veicolo di crescita. In particolare la musica, la corporeità (il ballo, il movimento), e la recitazione permettono ai ragazzi del centro di vivere in maniera intensa e controllata le proprie emozioni, aumentando il proprio livello di autonomia e autostima. Tutto questo si può racchiudere in un’opera teatrale ad hoc studiata dai nostri professionisti con il supporto attivo di un regista teatrale e un compositore musicale.
Il secondo progetto dedicato al Lavoro, denominato CSO (Centro Socio Occupazionale), nasce come laboratorio protetto ed è concepito come luogo di formazione al fine di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro per coloro che non ne avrebbero l’opportunità in piena autonomia.
In collaborazione con alcune realtà aziendali del territorio, il CSO ha realizzato l’assemblaggio di piccole parti in plastica per il completamento di diversi prodotti finiti.
Inoltre stiamo inserendo due nuove attività per il confezionamento di bustine di zucchero e di capsule per il caffè.
Nell’ottica di creare sempre più opportunità lavorative per i nostri ragazzi, siamo in continua ricerca di partnership con aziende sensibili alle nostre iniziative.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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