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Da: addetto stampa

Lezione coinvolgente e altamente istruttiva per i futuri OSS della classe terza A indirizzo sociosanitario dell’Ipsia di Argenta da parte della presidente Avis della locale sezione e referente per i rapporti con le scuole Annamaria Toschi.

Gli alunni e futuri OSS del Montalcini hanno capito L’ Importanza nel loro lavoro di avere le mani sempre pulite e igienizzate, di effettuare visite ed interventi con i guanti appositi, sterilizzando gli strumenti di lavoro.

Anticamente si lavavano le mani con candeggina e con tintura di iodio e si operava a mani nude, i guanti non erano nemmeno contemplati. I danni erano evidenti e sostanziali proprio per la carenza di pulizia e igiene.

Anche oggi chi non effettua una corretta igiene delle mani dai medici, agli infermieri, ai donatori Avis, alle persone comuni può provocare diversi danni ecco perché é importante fare informazione e prevenzione sul lavaggio delle mani.

Sanificare le mani é indispensabile poiché alcuni fattori quali L’ Umidità, il caldo e la scarsa igiene fanno proliferare i germi, quindi occorre essere puliti al fine di ridurre il rischio di contrarre un’iniezione.

La lezione é terminata con la distinzione tra disinfezione, sterilizzazione e disinfestazione e con la Top ten oggetti più virulenti (spugne che vanno sempre sterilizzate in microoonde almeno trenta secondi dopo l’uso, il lavello della cucina, il frigorifero, il telecomando dell tv, il carrello della spesa, il telefono cellulare, la moneta cartacea ecc…).

Infine la soluzione idroalcolica invece del lavaggio delle mani é efficace se manca l’acqua, ma é preferibile sempre lavarsi le mani attraverso il lavaggio sociale con acqua e sapone in modalità approfondita ed interdigitale.

Gli alunni hanno apprezzato moltissimo,questa lezione educativa e che per il loro lavoro deve essere fondamentale: una corretta igiene delle mani é la condizione principe senza la quale non si possono affrontare certe professioni soprattutto quelle sociosanitarie e in linea generale la vita di ogni giorno.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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