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Immaginate un orizzonte di pianura. Su quella linea sterminata si staglia il profilo di una città: edifici e luoghi dove incontrarsi, imparare, esprimersi, crescere. Una città nella quale, indossando una o centomila maschere, si diventa se stessi.
Immaginate una città del cinema e della bellezza, dove i sogni prendono forma, nella terra che ha visto il talento di Michelangelo Antonioni, Florestano Vancini, Folco Quilici, Carlo Rambaldi e tanti altri protagonisti del grande schermo.
La filiera creativa Ferrara La Città del Cinema è prima di tutto una ‘visione’, un’idea ispirata di Stefano Muroni, attore, produttore, scrittore e soprattutto giovane imprenditore della creatività che negli ultimi anni si è fatto conoscere a livello nazionale e apprezzare per i suoi progetti luminosi e per la sua capacità di ‘costruire le fondamenta’ ai suoi sogni.

Conferenza stampa al Mof di Ferrara

Sei anni fa Muroni, classe 1989, ha fondato a Ferrara, con il suo maestro di teatro Massimo Malucelli, il CPA (Centro Preformazione Attoriale), la prima scuola in Italia di teatro e cinema pensata per gli adolescenti, in collaborazione con il Giffoni Film Festival e in partnership con scuole internazionali. L’anno successivo ha ideato la Tenda Summer School, campus estivo incentrato sulla Commedia dell’Arte e lo spettacolo contemporaneo per ragazzi tra i 14 e i 24 anni, con ospiti provenienti da quattro continenti diversi. È del 2019 quindi il taglio del  nastro per la Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini, con la direzione artistica di Alessio Di Clemente.
Una collezione di successi: dal film La notte non fa più paura (2015), dedicato al terremoto dell’Emilia (segnalazione al Nastri d’Argento, selezione ai David di Donatello, in onda su Sky Cinema), alla società di produzione Controluce, fondata insieme alla moglie Valeria Luzi. Oggi Stefano Muroni è uno dei quindici esperti italiani di cinema entrati a far parte della commissione ministeriale Mibact, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo; a luglio il film Oltre la bufera, dedicato alla figura di don Minzoni, è stato trasmesso in prima serata sulla Rai. Nella serata del prossimo 27 settembre 2020 sarà sul palco in Piazza Trento Trieste tra i 12 speaker di TED per FERRARA: AGE OF CHANGE, tra I ‘protagonisti del cambiamento’.
Un sogno individuale che è diventato un sogno collettivo, un progetto imprenditoriale unico che vede alleate tutte le forze del territorio, riconosciuto e sostenuto da Comune di Ferrara e Regione Emilia Romagna, con l’appoggio del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

Puoi descriverci il tuo ‘progetto di vita’?

«Fin da ragazzo ho sempre avuto un grande sogno: quello di riportare il cinema nel nostro bellissimo territorio, nella nostra meravigliosa città, Ferrara, culla di cineasti e di straordinari visionari. Non solo per produrre arte cinematografica, ma per tentare di dare vita a nuove realtà pedagogiche e preparare le nuove generazioni al professionismo. Non c’è giorno che passa in cui io non pensi al mio territorio, al basso ferrarese soprattutto, ai nuovi giovani che magari hanno i miei stessi sogni legati al mondo del cinema ma possiedono meno ‘cattiveria’, e devono essere forse aiutati, valorizzati, messi nelle condizioni di farsi notare, emergere, avere la giusta formazione».

Dove hai trovato l’ispirazione per questo progetto?

«A diciotto anni io ho dovuto lasciare la mia pianura infinita per trasferirmi a Roma, dove ho superato le selezioni per studiare alla Scuola Nazionale di Cinema diretta da Giancarlo Giannini. Ho dovuto viaggiare mezza Italia per avere i contatti sufficienti per entrare nel mondo del cinema, per essere ospitato nelle trasmissioni televisive, per vendere i film a Sky e Rai, insomma per vivere della mia arte. Ci ho messo dieci anni. Là fuori nessuno ti ascolta».

Così hai immaginato di inventare una città. Una ‘filiera’, ovvero una catena complessa e integrata di servizi e competenze, dalle ‘materie prime’ al ‘prodotto’ finito.

«Un giorno ho immaginato una città dove si potesse creare una vera filiera creativa basata sull’ascolto delle buone idee, sul rispetto delle persone, sulla valorizzazione dei talenti, sull’imprenditoria creativa generata da giovani menti. Un progetto per cercare di accompagnare l’adolescente che sogna di fare questo mestiere dalla formazione fino ai primi passi nel mondo del lavoro».

Cinecittà, Venezia. Infine Ferrara. A cosa serve una Città del Cinema?  Come funziona precisamente questa filiera?

«Il film Oltre la bufera è un esempio che la filiera, seppur giovane, funziona: sono molti i ragazzi ferraresi, formati a Ferrara al CPA e nel copparese nella Tenda Summer School, che hanno partecipato al film come comparse, in piccoli ruoli, come co-protagonisti o nel cast tecnico. Per chi vorrà, non ci sarà più l’obbligo di lasciare casa per diventare professionista del cinema. Tra gli  studenti della scuola d’arte cinematografica Florestano Vancini c’è Nicola Branchini, allievo 19enne al primo anno della scuola, recentemente selezionato per il ruolo di co-protagonista al fianco di Lillo, attore della famosa coppia comica Lillo&Greg, nell’ultimo Il mostro della cripta. Altri allievi invece hanno superato provini per la serie tv L’ispettore Coliandro».

Come ti senti ora che il tuo progetto di vita è stato ufficializzato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia?

«Spesso, la sera, non riesco a dormire dalla troppa felicità. Mi alzo più volte per l’emozione, guardo le stelle fuori dalla finestra, e ringrazio me stesso, la mia famiglia, il Grande Spirito, la pianura antica, tutti i miei morti che mi proteggono, che mi guidano.
Questa vita è un privilegio.
Ed è mio compito cercare di restituire al prossimo tutto quello che io ho ricevuto, tutto quello che sono.
Dopo anni di studi, sacrifici, progetti, pianificazioni, aperture di scuole, campus, premi, dopo molto affetto avuto da tante persone e istituzioni, sto raccogliendo tanto. Certamente tutto questo galleggiava nei sogni più astratti e impalpabili.
Stiamo rendendo possibile l’impossibile. L’invisibile, visione concreta.
Stiamo creando una città, sostenibile, ecologica, immaginifica: non stiamo costruendo edifici reali, ma stiamo dando un nuovo volto a Ferrara, valorizzando quello che c’è già, in una nuova prospettiva creativa, artistica, artigianale, visionaria».

Una città non è solo un traguardo, ma è un progetto sempre in divenire, perché una città continua a crescere…

«Sono sempre al lavoro per i miei sogni.
La prossima primavera presenteremo il libro Enciclopedia del cinema ferrarese, dedicato ai grandi protagonisti dell’arte cinematografica del nostro territorio; il premio letterario ‘Florestano Vancini’ è giunto alla seconda edizione, con partecipazione di numerosi studenti. Inoltre è l’imminente nascita della prima agenzia cinematografica della città, dal nome ‘Vancini talent’, per la scoperta dei giovani talenti. Sono sempre al lavoro per i miei sogni».

Muroni al premio Rambaldi
Muroni alla scuola Vancini
Muroni interprete di ‘Oltre la bufera’
Muroni sul set di ‘La notte non fa più paura’
Muroni al Giffoni Film Festival
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Eleonora Rossi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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