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The Air That I Breathe (The Hollies, 1974)

Tempo fa ho visto un film meraviglioso… ‘Cercasi amore per la fine del mondo’…
Non è una commedia, non è un film romantico, non è un film catastrofico, non è un film drammatico, è semplicemente un po’ tutte queste cose e un po’ qualcos’altro.
Gli ultimi giorni di un uomo normale negli ultimi giorni del mondo.
Voi cosa fareste al suo posto? Io cosa farei? Non lo so, e spero tanto di non doverlo decidere un giorno. Ma se un giorno dovessi trovarmi nei suoi panni, penso che vorrei avere la forza d’esser come lui.

Dodge Petersen (un Steve Carell in stato di grazia) fa l’assicuratore. Mancano tre settimane all’impatto con un enorme asteroide che causerà l’estinzione della vita sulla Terra. La moglie, stanca, depressa e preda della disperazione, fugge via lasciandolo solo ad aspettare la fine del mondo.
Intorno a lui la gente reagisce alla situazione nei modi più strani, a volte tragici, a volte divertenti. Nel frattempo, il ritrovamento della lettera del suo primo grande amore e l’incontro con la sua vicina di casa danno all’uomo un ultimo scopo da raggiungere…

Dodge non è un eroe, tantomeno un supereroe, è semplicemente un uomo normale, un uomo alla ricerca di se stesso prima che sia troppo tardi. E nella sua ricerca capirà che l’unica cosa veramente importante, l’unico bene veramente prezioso, la cosa che rimane alla fine di tutto e per cui vale la pena vivere anche solo per le poche ore che restano, è l’amore.
Il film scorre leggero. La tragedia finale incombe e tutto accade nella più totale bizzarria, nella più assoluta, disperata, amara allegria.
Tra fughe di massa, suicidi, sommosse, orge e feste d’addio, due persone cercano la salvezza assaporando gli ultimi giorni del mondo con un’intensità tale che la vita intera non avrebbe saputo dare.
Non si parla d’imprese eroiche, la scena non appartiene ad astronauti e scienziati, non c’è più tempo, non serve più. Ciò che resta non è più là fuori, ma tutto dentro di noi. Si parla di sentimenti, d’amicizia e d’amore. Ma fidatevi, non è affatto noioso.
È divertente e commovente… Vedere per credere!

The Beach (Rob Simonsen & Jonathan Sadoff, 2012)

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Carlo Tassi

Ferrarese classe 1964, disegna e scrive per dare un senso alla sua vita. Adora i fumetti, la musica prog e gli animali non necessariamente in quest’ordine. S’iscrive ad Architettura però non si laurea, si laurea invece in Lettere e diventa umanista suo malgrado. Non ama la politica perché detesta le bugie. Autore e vignettista freelance su Ferraraitalia, oggi collabora e si diverte come redattore nel quotidiano online Periscopio. Ha scritto il suo primo libro tardi, ma ha intenzione di scriverne altri. https://www.carlotassiautore.altervista.org/

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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