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da: edizioni BookTribu

Un punto di vista sugli uomini e sulle donne, vero quanto impietoso. Tutto è permesso di Linda Lercari, edizioni BookTribu, nelle librerie da sabato 8 maggio, è una storia di genere romance che pagina dopo pagina accompagna il lettore e gli fa vivere amori brucianti in un costante confronto con le proprie storie d’amore di ieri e di oggi.

Per Lianna e Daniel o c’è passione o c’è orgoglio, e quando è presente la prima, la seconda tace e attende che le fiamme si estinguano per soffocare al più presto la brace. È più forte l’amore di sé o il desiderio dell’altro? E quando l’orgoglio non rende visibile persino a se stessi che non si tratta di amore di sé, bensì di un subdolo tentativo della ragione di nascondere le nostre debolezze, come svegliarsi dal sonno per accorgersi che non ci stiamo amando, ma ci stiamo distruggendo? Lianna e Daniel allora fuggono in opposte direzioni, cedono all’incontro, per poi addossare all’altro le proprie mancanze.

Linda Lercari, autrice di origine ligure, ma domiciliata tra la Toscana e l’Emilia Romagna, chiosa così il suo nuovo romanzo: “Se vi è piaciuto Via col vento, non potrete rinunciare alle avventure di Lianna e Daniel, due caratteri troppo orgogliosi per credere nei reciproci sentimenti, ma si sa che in amore e in guerra, tutto è permesso”.

I protagonisti, infatti, affrontano la vita a cuore aperto, incuranti delle ferite, pronti a godere delle gioie come a piangere sui propri fallimenti.

Linda Lercari è scrittrice di narrativa multigenere, commediografa, poetessa e attrice. Arriva nelle edicole nazionali nel 2014, con gli allegati a quattro numeri di Scrivere edito dalla Fabbri Publishing. Una carriera mai interrotta che le ha fatto conseguire importanti riconoscimenti con la pubblicazione di poesie e romanzi, non ultima una serie di racconti erotici (DelosDigital) che sono besteller Amazon fissi sin dalla prima data di pubblicazione nel 2016. Vincitrice del quarto concorso letterario nazionale di BookTribu con l’opera Doveva essere un romanzo d’amore pubblicato dalla casa editrice BookTribu.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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