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Da Comune Di Comacchio

Sulla scia di un successo crescente registrato nelle edizioni precedenti, torna l’attesissima rassegna di concerti in riva al mare, al sorgere del sole, che quest’anno prende il nome di “Euphonie all’alba”. La rassegna, promossa ed organizzata dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con Produzione culturale, prende il via alle ore 6 di domenica 16 luglio dal Bagno Marrakech del Lido di Spina. Un’ambientazione inusuale dunque ed un orario insolito per una rassegna di altissimo spessore, con cui il Comune di Comacchio, finalista nel concorso nazionale per la designazione della capitale della cultura italiana per il 2018, vuole dare il benvenuto ai turisti in vacanza ai lidi. Ad aprire la rassegna, ad ingresso rigorosamente GRATUITO, è il “Trio La Rosa”, nato nel 2012 da un incontro ʻcasualeʼ tra Samanta Balzani e Pino Giuseppe Ceci.
Da esperienze e studi diversi si è creata una sintonia improntata sulla comune passione per la musica mediorientale e mediterranea. Ben presto cʼè stata lʼesigenza di incontrare altri musicisti, per sperimentare e impreziosire di nuove sonorità il progetto che stava prendendo forma. Dopo circa tre anni di concerti il trio La Rosa ha cominciato a lavorare sulla registrazione del primo cd ʻʼLa Rosaʼʼ, che rappresenta un viaggio nella geografia e nella storia del Mediterraneo. Con una formazione che nel tempo si è evoluta, il trio si è esibito in festival locali, rassegne ed eventi legati alla multi-culturalità, quindi allʼincontro fra le varie culture. Durante il concerto di domenica all’alba saranno proposte sonorità molto particolari, grazie allʼuso di strumenti come lʼOud o il Bouzouki.Bansuri e Duduk, Shruti box, Campane di Cristallo e tamburi a cornice.. Un incontro sonoro che abbraccia ed incontra diverse culture e tradizioni, un’unione di stili e passioni. Il Trio La Rosa è composto da Samanta Balzani (Voce, Campane di Cristallo, Shruti Box e Duff) Giuseppe Ceci (Chitarra, Oud, Bouzouki) e Fabio Mina (Flauti, Bansuri, Duduk).
La rassegna itinerante si trasferisce domenica 23 luglio prossimo al Bagno Cris del Lido delle Nazioni, dove, in un jazz acustico si esibirà il gruppo “Andante con moto ondoso.” La rassegna prosegue sino al 27 agosto prossimo con un ventaglio ricco di appuntamenti musicali di qualità, sempre ad ingresso gratuito. Il programma completo è disponibile su https://www.facebook.com/euphoniecomacchio/, www.turismocomacchio.it e su www.comune.comacchio.fe.it

l Trio La Rosa nasce nel 2012, da un incontro casuale tra Samanta Balzani e Pino Giuseppe Ceci, un unione di esperienze provenienti da tradizione e studi diversi, che si sono incontrati sulla comune passione per la musica Mediorientale e Mediterranea.Ben presto cʼè stata lʼesigenza di incontrare altri musicisti, per sperimentare e impreziosire di nuove sonorità, il progetto che stava prendendo forma.Dopo circa tre anni di concerti abbiamo deciso di ʻʻfermareʼʼil nostro prodotto cominciando a lavorare sulla registrazione del nostro primo cd ʻʼLa Rosaʼʼche rappresenta un viaggio
nella geografia e nella storia del Mediterraneo.
Con una formazione che nel tempo si è trasformata, abbiamo suonato in festival locali, rassegne ed eventi legati alla multi-culturalità, quindi allʼincontro fra le varie culture.
Durante il concerto del 16 luglio, ci sarà la possibilità di ascoltare sonorità molto particolari,
grazie allʼuso di strumenti come lʼOud o il Bouzouki..Bansuri e Duduk, Shruti box, campane di Cristallo e tamburi a cornice…
Un incontro ʻsonoroʼche abbraccia ed incontra diverse culture e tradizioni, un unione di stili e passioni.
Samanta Balzani : Voce, Campane di Cristallo, Shruti Box e Duff
Giuseppe Ceci : Chitarra, Oud, Bouzouki
Fabio Mina : Flauti, Bansuri, Duduk

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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