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Da: Jazz Club Ferrara

Sabato 15 ottobre segna l’atteso ritorno al Jazz Club Ferrara dei The Bad Plus. Il propulsivo trio formato da Ethan Iverson al pianoforte, Reid Anderson al contrabbasso e Dave King alla batteria farà tappa al Torrione per presentare ‘It’s Hard’, ultima fatica discografica in cui la decostruzione del tessuto sonoro, unito a imprevedibili soluzioni timbriche, rapisce ad ogni brano riconfermando l’estetica di un gruppo dal successo planetario. Sabato 15 ottobre (ore 21.30) segna l’atteso ritorno al Jazz Club Ferrara dei The Bad Plus. Il propulsivo trio formato da Ethan Iverson al pianoforte, Reid Anderson al contrabbasso e Dave King alla batteria farà tappa al Torrione per presentare “It’s Hard”, ultima fatica discografica di un gruppo dal successo planetario. Anche l’orecchio più addestrato alle molteplici combinazioni sonore prodotte dalla sezione ritmica del classico trio jazz avrà modo di scardinare le proprie convinzioni, poiché il percorso pluridecennale di questi tre abilissimi artisti mira da sempre a ridefinire ed espandere i confini della classica triade piano-basso- batteria. È passata diversa acqua sotto i ponti da quando Anderson e King, due liceali del Minnesota, suonavano in rock band alle prime armi, scandagliando il repertorio di Coltrane e dei Police. Il 1989 segna poi l’incontro con Iverson, e l’occasione per suonare insieme prima di intraprendere strade diverse per dieci anni ancora. The Bad Plus, infatti, nasce nel 2000 e da allora il flusso creativo dei componenti è inarrestabile. Bastano pochi concerti per approdare in studio e sfornare quello che il New York Times definisce uno dei migliori album del 2001. Il tempo di un biennio e ‘These Are The Vistas’ (2003) sancisce l’esordio discografico con la Columbia Records. Questi ultimi e i numerosi album successivi sono costituiti in parte da brani originali e dall’audace reinterpretazione di brani pop, rock e avant-garde jazz, attitudine che sottolinea l’estetica del gruppo. Si pensi a cover come ‘Smells Like Teen Spirits’ dei Nirvana, o a standard come ‘My Funny Valentine’: nelle mani dei The Bad Plus il tessuto sonoro viene chirurgicamente decostruito e assemblato attraverso contrasti dinamici e imprevedibili soluzioni timbriche che sorprendono e catalizzano ogni volta. Attualmente, dando un’occhiata alla sterminata serie di date di quest’ultimo tour europeo, il Jazz Club Ferrara rappresenta l’unico luogo in Italia in cui è possibile godere della presentazione live di “It’s Hard” nel mese di ottobre. Quest’ultimo lavoro, che segna un ritorno alla formula del trio dopo il recente e fortunato sodalizio con Joshua Redman, è costituito unicamente da cover che spaziano da Cindy Lauper a Prince, Ornette Coleman, Peter Gabriel…

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Infoline 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena 333 5077059 (dalle 15:30)
Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Con dispositivi GPS è preferibile impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Intero: 25 euro

Ridotto: 20 euro (la riduzione è valida prenotando la cena al Wine Bar, accedendo al solo secondo set, fino ai 30 anni di età, per i possessori della Bologna Jazz Card, per i possessori di MyFe Card, per i possessori della tessera AccademiKa, per i possessori di un abbonamento annuale Tper, per gli alunni e docenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara)
Intero + Tessera Endas: 30 euro
Ridotto + Tessera Endas: 25 euro
NB Non si accettano pagamenti POS
Apertura biglietteria: 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Primo set: 21.30
Secondo set: 23.00

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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