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Da: Emergency Ferrara

Emergency Days comunicato stampa terza giornata giovedì 4 luglio

‘Hate speech: il peso delle parole’: sarà questo il titolo e l’argomento del terzo dibattito della decima edizione degli Emergency days che vedrà come relatori Federico Faloppa (professore associato all’Università di Reading e consulente di Amnesty International), Giuseppe Giulietti (giornalista, sindacalista e attuale presidente della FNSI), Alessia Giannoni (project manager della ONLUS COSPE-TOGETHER FOR CHANGE) e Manuela Macario (segreteria ARCIGAY nazionale). A moderare l’incontro di giovedì 04 Luglio con inizio ore 18:30 sarà il giornalista Daniele Dei.
Dalle 21 poi spazio alla musica con i Girodama e i Carte48 che si alterneranno sul palco principale.
Con l’occhio rivolto ai più piccoli dalle 18 lo spazio bimbi proporrà ‘Mix&Match/Diversi ma uguali’: un laboratorio organizzato da Rita Venturoli e Associazione Strade per educare i bambini e ragazzi ai valori della pace e della multiculturalità. Non mancherà poi, dalle 19 circa e come per tutte le sere della manifestazione, ‘Giochiamo in pace’: uno spazio in cui divertirsi, disegnare e giocare assieme ai volontari di Emergency.
In più la possibilità, sempre dalle 18, di visitare la libreria tematica Librieletture, l’infopoint per conoscere le attività dell’associazione e assistere in maniera diretta ai progetti di Emergency in Afghanistan grazie ai visori a 360 gradi. In contemporanea a tutto questo le mostre fotografiche ‘I progetti di Emergency’ ed ‘Emergency exit’.
Lo stand gastronomico, gestito dai volontari di Emergency Ferrara in collaborazione con Arci Bolognesi e Hangar Birrerie, aprirà alle 19 e i fondi raccolti serviranno per finanziare il centro di Anabah nella valle del Panshir in Afghanistan: una struttura unica e fondamentale nella regione che permette di far nascere e curare bambini e donne in un paese dalla mortalità materna e infantile elevatissima (99 volte più alta rispetto all’Italia la prima e 47 volte più alta la seconda). Dal 2003 in questa struttura sono state curate circa 328 mila donne e bambini, con quasi 600 parti al mese e dall’8 di dicembre 2016 il centro è intitolato alla memoria di Valeria Solesin, uccisa nell’attentato del Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015.

Da: Emergency Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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