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da: SBarcheo Ufficio Stampa

Castel San Pietro Terme (BO), località Varignana – L’affascinante racconto della scoperta della città romana di Claterna, sulla Via Emilia, e la presentazione dello straordinario mosaico pavimentale di una domus di età imperiale, eccezionalmente esposto a Palazzo di Varignana Resort & SPA dal 24 giugno 2016 al 30 giugno 2017
CLATERNA, IMMAGINI DI UNA CITTA’ SEPOLTA

Un progetto espositivo di Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, CRIF e Palazzo di Varignana Resort & SPA, in collaborazione con Associazione Culturale Civitas Claterna e IMA e con il patrocinio di Comune di Castel San Pietro Terme e Comune di Ozzano nell’Emilia

PALAZZO DI VARIGNANA RESORT & SPA
Via Ca’ Masino 91
Varignana di Castel San Pietro Terme (Bologna)

La mostra è aperta dal 24 giugno 2016 al 30 giugno 2017
ed è visitabile ogni prima e terza domenica del mese dalle ore 9 alle ore 11
Prenotazione obbligatoria allo 051 19938300 oppure via mail a marketing@palazzodivarignana.it

INAUGURAZIONE VENERDÌ 24 GIUGNO 2016, 0RE 16
SALA BENTIVOGLIO di PALAZZO DI VARIGNANA RESORT & SPA

Sabato 25 giugno, alle ore 10 e alle ore 11, visite guidate gratuite all’area archeologica di Claterna, Domus dei mosaici e Casa del Fabbro, con gli archeologi della Soprintendenza e di Civitas Claterna. Ritrovo alla cosiddetta “Casa Gialla”, in Via Emilia 482-484, località Maggio di Ozzano dell’Emilia (BO)

La storia della città romana di Claterna narrata da un testimonial d’eccezione, un meraviglioso mosaico policromo proveniente da una domus di età imperiale, finora quasi mai esposto al pubblico.
“Claterna, immagini di una città sepolta” è il titolo della mostra che sarà inaugurata venerdì 24 giugno alle ore 16.00 a Palazzo di Varignana Resort & SPA, sulle prime colline alle spalle di Claterna: un ulteriore tassello nella valorizzazione dell’area archeologica a cavallo della Via Emilia che da 1500 anni giace sepolta sotto una sottile coltre di terreno nel territorio di Ozzano nell’Emilia.

L’esposizione dell’incantevole mosaico -uno di rari esempi di tessellato policromo di età augustea dell’Italia settentrionale sino a oggi conservato nel Museo Civico Archeologico di Bologna ed esposto al pubblico solo in rare occasioni-, di oggetti d’uso quotidiano e di altri manufatti che documentano le tecniche edilizie delle case romane, è l’occasione per ripercorrere la vita che scorreva in questa città in tutti i suoi aspetti, dal vivere al costruire.

La mostra, che vede il coinvolgimento di numerosi soggetti pubblici e privati, dalla Soprintendenza Archeologia a Palazzo di Varignana Resort & SPA che ospita l’evento, da CRIF, sostenitore e fautore del progetto espositivo, a IMA, all’Associazione Culturale “Civitas Claterna”, intende valorizzare il sito archeologico di Claterna e i suoi preziosi reperti, visitabili non solo dagli ospiti di Palazzo di Varignana, ma da tutti gli appassionati di arte e archeologia.

In occasione dell’inaugurazione, Soprintendenza e Associazione Civitas Claterna propongono sabato 25 giugno, alle ore 10 e alle ore 11, due visite guidate gratuite all’area archeologica di Claterna, Domus dei mosaici e Casa del Fabbro, proprio per ribadire lo stretto legame tra gli oggetti esposti e la città da cui provengono. Il punto di ritrovo per i partecipanti è alla cosiddetta “Casa Gialla”, in Via Emilia 482-484, località Maggio di Ozzano dell’Emilia (BO); la visita potrà poi proseguire proprio a Palazzo di Varignana all’esposizione straordinaria di “Claterna, immagini di una città sepolta”.
Il mosaico
Realizzato in tessere di pietra bianca d’Istria, nera di Pistoia e lapidei di vari colori, il mosaico policromo ora esposto nel Palazzo di Varignana è di seducente bellezza e raffinata fattura.
Sulla grande fascia musiva, a fondo bianco bordato di nero, si snoda una ricca decorazione policroma con cespo d’acanto centrale e due coppie di volute fiorite ai lati. Cinque piccoli volatili multicolori si dispongono sul piano e sopra le volute.
Il mosaico claternate è databile alla seconda metà del I sec. a.C. e la ricercata composizione di questo pavimento, rinvenuto nel 1898 e distaccato -solo in parte- nel 1933, è ancora oggi la testimonianza più eclatante dell’alto livello di vita raggiunto da Claterna in età augustea.
Claterna
Claterna, città ‘sepolta’ ubicata tra Bologna e Imola, nel territorio di Ozzano dell’Emilia, nasce nel II secolo a.C. La sua funzione iniziale è duplice: la città è sia un importante snodo viario (all’incrocio fra via Emilia, torrente Quaderna e una via transappenninica, forse la Flaminia minor), sia un centro di mercato e servizi. Nel I secolo a.C. Claterna, come tante altre città italiche, diventa un municipium con competenza sul vasto territorio compreso fra i torrenti Idice e Sillaro.
La città, dopo un floruit collocabile nella prima età imperiale, sopravvive fino alla tarda antichità (V-VI secolo d.C.), seppure notevolmente ridimensionata.
Interviene poi la fase di abbandono fino al completo oblio.
Gli scavi archeologici
Fin dall’Ottocento, l’antica città romana di Claterna è stata un campo d’indagine privilegiato per l’archeologia emiliano-romagnola. Qui hanno operato i massimi protagonisti dell’archeologia regionale (da Brizio a Mansuelli) con interventi sporadici ma di notevole rilievo. L’unicità di Claterna è dovuta al fatto di non aver avuto una continuità storica analoga a quella degli altri centri -da Rimini a Piacenza- sorti lungo la via Emilia e in qualche caso preesistenti ad essa. Claterna ha quindi offerto la possibilità di indagare una città romana nella sua estensione e configurazione interna senza le modifiche intervenute nel tempo, dal Medioevo ai giorni nostri. A partire dagli anni 80, la Soprintendenza ha intrapreso la progressiva acquisizione dell’ampia superficie su cui si estende l’antica città romana, mentre dal 2005, con la costituzione dell’Associazione Civitas Claterna, si è dato vita a un grande progetto di studio e valorizzazione tra associazione, Comune di Ozzano Emilia e Soprintendenza Archeologia.
Due gli obiettivi degli scavi ancora in corso. Da un lato chiarire alcuni aspetti topografici (i suoi limiti, l’articolazione interna, gli spazi pubblici e sacri quali foro, basilica, edifici templari e teatro) e cronologici (dalla fondazione e dall’eventuale origine preromana al declino) dell’antica città; dall’altro valorizzare alcuni spazi per consentire al pubblico di visitare le evidenze archeologiche più suggestive, come la Casa del fabbro e la Domus dei mosaici.

Con questa mostra Palazzo di Varignana Resort & Spa, destinazione esclusiva sulle colline bolognesi, conferma il proprio impegno nella valorizzazione del territorio a livello artistico e culturale con un’esposizione unica: la presentazione del mosaico del pavimento di una domus di età imperiale e il racconto della città romana di Claterna sulla via Emilia.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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