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da: ufficio stampa Hera

La multiutility premiata alla kermesse sull’innovazione hi-tech per le tecnologie “intelligenti” nella valorizzazione della raccolta differenziata, dagli impianti di recupero all’app del Rifiutologo

Campioni nell’innovazione per la differenziata
Un sistema integrato di soluzioni tecnologiche al servizio del recupero di materiale e della raccolta differenziata: è una visione tutta incentrata sull’hi-tech che ha fatto vincere ad Hera il premio il Premio Smart City, il riconoscimento assegnato dagli esperti di Smau Bologna, l’evento dedicato alle tecnologie, al mondo del digitale e all’innovazione che in questi giorni sta facendo tappa sotto le Due Torri, alla Fiera.
Il premio, bandito in collaborazione con ANCI e consegnato questa mattina, seleziona e dà visibilità a esperienze e progetti innovativi in tema di città intelligenti. Le aree tematiche in cui si poteva concorrere andavano dall’e-governement alla mobilità sostenibile, fino ai servizi smart per il turismo.
Per quanto riguarda la raccolta è stata premiata l’app del Rifiutologo, mentre per il trattamento dei rifiuti vincono gli impianti di selezione a lettori ottici e i biodigestori.

Gli investimenti nel recupero
Negli ultimi anni Hera ha investito circa 50 milioni di euro in impianti dedicati alla valorizzazione e al recupero dei rifiuti, per incrementare i valori della differenziata e massimizzare gli sforzi dei cittadini. E Il cuore di questo potenziamento è stata l’applicazione di tecnologie smart, in grado di trattare il rifiuto in modo “intelligente”.

Gli impianti hi tech per la selezione di carta e plastica
Per i rifiuti secchi sono attivi 5 impianti ad alta tecnologia per la selezione e la separazione dei rifiuti: a Voltana di Lugo, nel ravennate, Coriano in provincia di Rimini, Modena, Cassana in provincia di Ferrara e Bologna). Sono dotati di lettori ottici che, attraverso speciali lampade sensibili ai colori e ad altre caratteristiche, permettono di velocizzare la separazione dei rifiuti secchi, riconoscendo i diversi tipi di plastica, carta, vetro, lattine, legno e metalli ferrosi. Ci sono anche separatori balistici: enormi cilindri rotanti dotati di fori, in grado di separare automaticamente i materiali in base a densità e peso. In questo modo, si avviano a recupero maggiori quantità di materiali, a una velocità 3 volte superiore rispetto alle linee con selezione classica.

La “batch dry fermentation” per l’organico
Negli impianti di valorizzazione del rifiuto umido, attivi a Voltana di Lugo, Cesena e Rimini, è stata sviluppata la tecnologia “batch dry fermentation”. I rifiuti organici vengono fatti fermentare in assenza d’aria, producendo biogas e digestato. Dal biogas viene generata energia elettrica rinnovabile (un impianto può produrre energia pari al fabbisogno annuo fino a 8 mila famiglie), mentre il digestato viene ulteriormente trattato in una fase di compostaggio che ne consente l’utilizzo finale anche in agricoltura biologica. Questa tecnologia di “dry fermentation” consente, inoltre, il totale abbattimento dei cattivi odori grazie all’azione di batteri anaerobici.

L’app del Rifiutologo: per sapere sempre come fare la differenziata
Per separare correttamente i rifuti a casa basta un’app: quella del Rifiutologo, lanciata da Hera nel 2011 e già a quota 44.300 downloads. E’ un’utile guida, da scaricare gratuitamente, che trasforma lo smartphone (o il tablet) in un assistente personale che aiuta a fare la raccolta differenziata. E’ personalizzata per ciascuno dei comuni serviti dalla multiutility ed è interattiva, perché permette a chi la usa di suggerire gli oggetti mancanti: una sorta di “crowd-sourcing” in cui l’utente-cittadino diventa protagonista.

La parola ai cittadini: a Bologna 2 mila segnalazioni anti degrado
A Bologna e Modena il Rifiutologo dà anche la possibilità di scattare una foto e inviarla ai Servizi Ambientali di Hera, denunciando così strade poco pulite, rifiuti ingombranti in strada e altre spiacevoli situazioni contro il decoro urbano. Le squadre si attivano, con le segnalazioni, e provvedono a risolvere il problema. Trasforma dunque i cittadini in veri 007 del degrado, dando uno strumento in più per avere una città sempre più pulita. In totale, sono arrivate circa 5 mila suggerimenti dagli utenti, che Hera ha poi provveduto a verificare e selezionare.
Le segnalazioni, dall’attivazione della funzione, sono state in totale 2935 (A Bologna: 2031, servizio partito a gennaio 2013. A Modena: 764, attivo da maggio 2013).

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HERA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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