Skip to main content

Da Segretario Generale Fondazione Carife

Dal 17 marzo al 2 aprile la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara ospiterà a Spazio Crema, via Cairoli 13, a Ferrara, la mostra-studio “Lo storione del Po e il caviale ferrarese. Storia e storie dall’Età del Bronzo alla contemporaneità” curata dal Centro Etnografico Ferrarese e prodotta da un pool di enti capeggiati dall’Associazione Bondeno Cultura (elenco completo in coda).

L’esposizione propone un articolato excursus naturalistico, storico, etnografico e gastronomico sul gigante del Po, sulle cause che ne hanno determinato la rarefazione e la quasi totale scomparsa dalle acque padane. I ritrovamenti in alcune terremare del Polesine confermano la pesca e il consumo dello storione già in Età del Bronzo. Le testimonianze di epoca romana, l’apprezzamento riservato agli storioni dalla cucina rinascimentale, tutto rivive in mostra sino a toccare il Novecento, con le ultime catture in Po negli anni sessanta, e la conseguente scomparsa dalla ristorazione ferrarese di una specialità gastronomica apprezzata a livello internazionale, il caviale ferrarese, che veniva ottenuto dalla preparazione delle uova di storioni catturati localmente.

Ora lo storione, sebbene d’allevamento, torna a far parlare di sé, soprattutto grazie ad una ricerca che ha permesso a Cristina Maresi dell’Agriturismo “Le Occare” di Runco di recuperare e riproporre al meglio la storica ricetta del caviale ferrarese, di cui verrà offerto un assaggio il giorno dell’inaugurazione dell’esposizione.

La mostra sarà accompagnata da una serie di conversazioni e vede la partecipazione straordinaria di A.I.S. delegazione di Ferrara che, al termine di entrambi gli appuntamenti, sarà presente con un proprio sommelier per illustrare il vino più adatto ad accompagnare questo tipo di cibo, offrendo una degustazione dalle cantine “Mariotti” di Consandolo e “Mattarelli” di Vigarano Pieve.

Ecco il programma:

Venerdì 17 marzo ore 16,30

Lo storione del Po fra storia e storie.  Cultura materiale e immaginario fra ‘800 e ‘900”

Gli storioni del Po nella cultura delle popolazioni rivierasche padane e del ferrarese con particolare riguardo alla pesca, gastronomia e immaginario fra Otto e Novecento

Roberto Roda

Etnografo, cura dal 1982 le attività espositive e di ricerca del Centro Etnografico del Comune di Ferrara. È autore e curatore di saggi e volumi su tematiche etno-antropologiche con particolare riguardo alla cultura materiale, alla religiosità e all’immaginario popolare.

“Archeologia dello storione. Dalla Terramara di Pilastri alla riscoperta della nostra tradizione”

Le tracce archeologiche di fauna ittica sono universalmente molto rare, dal momento che serve particolare attenzione per rintracciarle; lo scavo della Terramara di Pilastri di Bondeno (Fe), iniziato nel 2013, è un esempio della volontà di indagare anche questi aspetti “minori” della vita dei nostri più remoti antenati. E’ stato così possibile iniziare un percorso storico-antropologico per portare i “followers” del sito archeologico alla riscoperta di uno dei pesci più importanti del Grande Fiume, e della rilevanza che esso doveva avere per le antiche comunità, fatto oggi difficilmente immaginabile, in particolar modo per i giovani.

Simone Bergamini

Bondesano, laureato e attualmente specializzando in archeologia classica presso l’università di Padova, è membro dell’Associazione Bondeno Cultura e del gruppo Culture Keys. Responsabile logistica e organizzazione dello scavo della Terramara di Pilastri sin dal 2013, ha operato da archeologo professionista e attualmente lavora nel ramo dell’insegnamento.

Stefano Tassi

Bondesano, attualmente lavora a Mantova in una grande azienda. Membro dell’Associazione Bondeno Cultura e del gruppo Culture Keys, è da sempre coinvolto nello studio e nella tutela dell’archeologia del territorio; nello scavo della Terramara di Pilastri gestisce sin dal 2013 i progetti collaterali. Si occupa con passione di arte contemporanea, e gestisce la Casa d’Arte Il Vicolo a Bondeno (Fe).

Come è stata recuperata e riproposta la ricetta del caviale ferrarese”

La storia del caviale a Ferrara è antichissima, storicamente documentata alla corte di Ercole ed Alfonso I d’Este con la ricetta descritta dal cerimoniere di corte Cristoforo di Messisbugo. Il Caviale Ferrarese era prodotto dalle uova degli storioni, allora abbondanti nel Po, ed era una famosa prelibatezza. Prodotto nel ghetto ebraico fino alla metà del 900, scompare poi nell’oblio insieme agli storioni.

Ha sapore della leggenda il recupero della preziosa ricetta, che ritorna dall’America su un foglio intestato dell’Hotel Sheraton di New York. Una ricerca meticolosa ha permesso di riscoprire questa prelibatezza dimenticata.

Signora Cristina Maresi per Agriturismo Le Occare

Titolare dell’Agriturismo Le Occare, appassionata della gastronomia ferrarese ed interessata alla ricerca delle ricette tradizionali del territorio, è produttrice del Caviale Ferrarese.

Domenica 2 Aprile ore 16,30

Lo storione, dal Po al mercato del pesce di Milano”

Gran parte degli storioni pescati nel Po finiva a Milano, al Mercato Ittico. Irene Borchi rintracciando alcuni anziani informatori raccoglie una serie di testimonianze relative alla situazione del primo dopoguerra e sino alla rarefazione degli storioni nelle acque padane, che provoca la scomparsa di questi pesci dai banchi milanesi. La studiosa fa il punto anche sull’arrivo discontinuo degli storioni d’allevamento dagli anni ottanta ad oggi.

Elettra Irene Borchi

Antropologa, vive e lavora a Milano. Ha realizzato documentari etnografici e curato il catalogo Etnografico del Museo contadino della Bassa Pavese raccolto in volume col titolo “Il silenzio parlato degli oggetti” (2015).

Storioni del fiume Po e della città di Ferrara, tra biologia, pesca e leggenda”

Gli storioni del fiume Po, veri fossili viventi, i pesci più grandi al mondo che abitano le acque dolci. Sono “solamente” pesci, ma indiscutibilmente unici al mondo per importanza biologica, storico-culturale ed economica. Biologia, habitat fluviale, specie estinte e specie ancora presenti: un percorso sul fiume Po dall’antichità ai giorni nostri. Un viaggio attraverso la cultura e il legame dello storione con le genti del grande fiume e la città di Ferrara, fra mito e storia

Mattia Lanzoni

Biologo, lavora dal 2004 presso l’Università degli Studi di Ferrara – Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie. Si occupa prevalentemente di gestione delle risorse biologiche ed ambientali in ecosistemi d’acqua dolce e di transizione. Esperto in ittiologia ed ecologia applicata delle acque interne e conservazione della natura in ambienti fluviali e lagunari, ha partecipato a diversi progetti di ricerca nazionali ed internazionali sulla gestione e conservazione degli habitat e delle specie animali nel Delta del Po. Autore/coautore di 30 pubblicazioni scientifiche internazionali e nazionali. Socio dell’Associazione Italiana Ittiologi Acque Dolci (AIIAD) e della Società Italiana di Ecologia (SITE), membro della Commissione Ittica Provinciale di Ferrara e della Commissione Ittica Regionale Emilia Romagna.

Agroittica Lombarda, un approccio sostenibile all’allevamento dello storione e

alla produzione del caviale”

La società ha iniziato la sua attività nei primi anni ‘70 integrando processi produttivi diversi allo scopo di minimizzarne lo spreco energetico. Lo schema impiantistico prevedeva il recupero dell’energia termica da un’acciaieria per climatizzare l’acqua prelevata dalla falda freatica che, dopo essere utilizzata per allevare l’anguilla, veniva conferita per uso irriguo sul piano di campagna, consentendo così anche agli agricoltori un ulteriore risparmio energetico. Ancora oggi questo schema costituisce un modello virtuoso di utilizzo dell’acqua e dell’energia, ma l’azienda è divenuta famosa a livello internazionale per i risultati ottenuti con l’allevamento dello storione e la produzione di caviale. Nel 2007 l’azienda ha raggiunto infatti il primato produttivo mondiale del caviale, superando anche la produzione di Russia e Iran.

Mario Pazzaglia

Laureato in scienze biologiche a Padova, specializzato in acquacoltura a Udine, ha conseguito un dottorato di ricerca a Firenze in “Produzione di animali acquatici e terrestri e qualità dei prodotti” con una tesi sullo storione. Tiene seminari sulla storionicoltura presso diversi atenei italiani e in Agroittica Lombarda, azienda per cui lavora da 19 anni, è molto attivo nell’organizzazione di eventi imperniati sulla degustazione del caviale e/o dello storione e sulla sensorialità.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it