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Come direbbe il bracchetto Snoopy, “l’affare si infittisce”. Parliamo ancora – e non ci stancheremo di farlo – delle biblioteche ferraresi. Il sistema bibliotecario pubblico rimane in emergenza. Dal Sindaco e dalla Giunta sono arrivati messaggi contraddittori, belle promesse e repentine marce indietro. Tant’è, Il cielo rimane pieno di nuvole. Già da oggi il personale dipendente in forza alle biblioteche non può garantire la continuità del servizio; è sufficiente che qualche operatore si prenda un’influenza di stagione – mica il Coronavirus – e una biblioteca rischia di chiudere. E’ già successo, due settimane fa, i lettori di Ferraraitalia sono informati.
Non c’è da far tanti discorsi. Bisogna solo rispondere. L’Amministrazione Comunale ha o non ha intenzione di assumere dieci nuovi bibliotecari, perché tanti ne servono (non uno di meno) per rimpiazzare tutti coloro che stanno andando in pensione? Il Sindaco Fabbri si prende seriamente l’impegno, davanti a tutti i cittadini, di individuare entro questo 2020 la location dove far sorgere la nuova grande biblioteca della Zona Sud? E di metterla poi in funzione entro la fine del suo mandato? Glielo hanno chiesto 2.000 ferraresi firmando una petizione popolare. Ora, dopo risposte ondivaghe e insoddisfacenti, sindacati e lavoratori delle biblioteche gliene chiedono di nuovo conto (leggi di seguito il documento approvato all’unanimità). 
Sembrerebbe che la Nuova Giunta leghista sia bravissima a far promesse, proclami, campagne propagandistiche. Molto meno in tutto il resto. Ho il sospetto che i nostri nuovi amministratori non siano avezzi frequentare libri e biblioteche. Forse sono un pochino ignoranti sull’argomento. O si sono fatti l’idea che Biblioteche Pubbliche siano un ‘piccolo particolare senza importanza’. Soprattutto, non sembrano essersi resi conto che i ferraresi sono affezionati alle loro biblioteche. E le vogliono salvare. E non molleranno l’osso.
Effe Emme

L’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori del servizio Biblioteche e Archivi ha compiuto una valutazione dell’iniziativa sviluppata negli ultimi mesi per affrontare le problematiche presenti rispetto alle prospettive del servizio stesso e alla situazione occupazionale. Abbiamo espresso soddisfazione per la raccolta firme sul rilancio del sistema bibliotecario promossa dall’assemblea stessa, con il sostegno di CGIL-CISL-UIL di categoria e delle RSU, che ha visto la firma di ben 2065 cittadini nell’arco di neanche un mese. Così come abbiamo ritenuto andare nella giusta direzione le risposte, sia pure tardive, arrivate da parte dell’Amministrazione, per bocca del sindaco, nell’incontro che si è tenuto il 15 gennaio scorso, in particolare per quanto riguarda l’impegno a ricoprire tendenzialmente tutti i pensionamenti realizzati alla fine del 2019 e previsti nel corso del 2020 ( 9-10 unità) e la volontà di realizzare, nel triennio 2021-2024 e comunque entro la fine del mandato, una nuova importante biblioteca nell’area Sud della città, facendola precedere da un tavolo di studio e confronto, nel corso del 2020, prevedendo che lì siano presenti anche le rappresentanze sindacali e altri soggetti associativi.
Non altrettanto si può dire della risposta formale arrivata sulla petizione sempre da partedell’Amministrazione, in cui si ridimensionano gli impegni in materia di copertura tendenziale del turn-over (le nuove entrate di personale passano da 9-10 unità a 5 certe) e anche quelli relativi al percorso per la realizzazione della nuova struttura bibliotecaria ( non c’è più traccia del tavolo di progetto congiunto per il 2020, ma si parla semplicemente del fatto che quest’anno l’Amministrazione studierà la sua collocazione e la realizzazione viene spostata alla fine del mandato amministrativo).
A questo punto, l’assemblea ritiene fondamentale che si svolga un nuovo incontro con l’Amministrazione Comunale per arrivare alla firma di un vero e proprio accordo sindacale, che ristabilisca in modo preciso gli impegni assunti dalla nostra Amministrazione nell’incontro del 15 gennaio. Nello stesso tempo, valutiamo importante la mobilitazione che si è prodotta anche da parte dei cittadini, a sostegno del rilancio del sistema bibliotecario comunale: ovviamente, intendiamo relazionarci con tale mobilitazione, per produrre una convergenza tra le istanze da noi avanzate e quelle dei cittadini, a sostegno e difesa di un bene comune importante come sono le biblioteche comunali.
Infine, l’assemblea ribadisce che, se non si realizzasse un accordo sindacale in linea con le richieste avanzate e con quanto convenuto nell’incontro con l’Amministrazione del 15 gennaio, si darà continuità alla nostra iniziativa e mobilitazione, nelle forme che riterremo adeguate.

Assemblea dei Lavoratori del Settore Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara
Ordine del Giorno approvato all’Unanimità : Ferrara, 7 febbraio 2020

 

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Effe Emme


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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