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da: relazioni esterne Associazione Merkaba Eventi

I cantanti Raffaella Arpino 30 anni originaria di Brindisi e abitante a Bologna, Alice Guerzoni 29 anni di Ferrara e Federico Montanari 17 anni di Lugo di Ravenna, conquistano i tre posti per l’accesso alle finalissime nazionali del 6 ottobre all’Ariston di Sanremo, vincendo la prima delle due finali Emilia-Veneto del concorso nazionale “Una voce per Sanremo 2014 – sezione editi”, tenutasi al Teatro Tosi di S. Maria Maddalena di Occhiobello. Davanti a un pubblico al di sotto delle attese (unico neo della serata), sette giovani cantanti provenienti dalle province di Ferrara, Ravenna e Bologna hanno dato il meglio di se per convincere la qualificata giuria di esperti formata dal noto attore comico e musicista Eraldo Turra, dalle vocal-coach Isabella Dall’Olio e Annarosa Pennisi assieme al cantautore Manuel Auteri.
All’appuntamento organizzato dall’Associazione Merkaba Eventi, con il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Occhiobello e l’indispensabile apporto di Ikebana per le splendide composizioni floreali, Cantine Zanatta e Fotofactoryfé, non sono mancati gli ospiti d’eccezione a cominciare da Eraldo Turra, popolare attore e autore del duo comico de I Gemelli Ruggeri, al quale, dopo una breve intervista condita da curiosità e aneddoti sul mondo dello spettacolo, è stato consegnato dal responsabile relazioni esterne Vincenzo Iannuzzo, il premio Merkaba, conferito ad una personalità del mondo dello spettacolo che, con il suo operato, abbia contribuito in maniera rilevante alla crescita e allo sviluppo della cultura musicale e artistica. Non meno apprezzate sono state le esibizioni del cantautore Manuel Auteri che ha presentto un brano tratto dal suo ultimo album dal titolo “COF”, prodotto assieme a Max Marcolini (Zucchero, Irene Fornaciari), Renato Droghetti (Paolo Meneguzzi, Taglia 42) e di Lorenzo Visci giovane cantautore emergente che vanta decine di presenze in concerti a livello nazionale con artisti del calibro di Emma Marrone, Giusy Ferreri, Zero Assoluto, Catalin Josan, i Sonohra, Povia, i Finley, Ron, Dolcenera e Antonio Maggio, tutti e due facenti parte della casa discografica indipendente San Luca Sound. Dopo un saluto del manager Claudio Bertocchi, presente per osservare i talenti nostrani titolare dell’agenzia di spettacolo Jean Claude Management, sono arrivati i fragorosi applausi per la straordinaria esibizione canora dell’ospite d’onore, l’occhiobellese Laura Ballani arrivata al terzo posto assoluto nelle finali nazionali dello scorso anno. Dopo due ore di piacevole spettacolo ben condotte dall’inedita coppia formata dall’eclettico animatore/cantautore palermitano Vito Guidera in arte ViGù e dall’attraente modella originaria di Adria; Valeria Tamburin, gran finale con tutti in scena per gli applausi rivolti in particolare ai promettenti giovani cantanti esclusi: Giada e Asia Miani, Nicola Boni e Giacomo Mezzadri. Prossimo appuntamento per l’ultima finalissima Emilia Veneto sempre al Teatro Tosi sabato 17 maggio dalle ore 21 con altri giovani talenti provenienti da: Rovigo, Padova, Ravenna, Bologna e Ferrara.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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