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Comunicato stampa.

L’incontro tematico con l’assessore Calvano ha definiti i punti salienti del percorso regionale:

Di semplificazione si è discusso nel terzo laboratorio online dedicato alle progettualità dell’Area Interna del Basso Ferrarese, ospitato dal Comune di Copparo e inserito nel percorso partecipativo finalizzato a raccogliere idee e proposte per costruire una nuova strategia per il periodo 2021-2027.

L’incontro, moderato da Caterina Ferri, si è aperto con i saluti del sindaco Fabrizio Pagnoni. «Non è più sufficiente che vi siano risorse – ha rimarcato -, ora più che mai è necessario avere la capacità di intercettarle attraverso la sburocratizzazione e la crescita di competenze dell’amministrazione e del tessuto imprenditoriale. Di qui l’importanza del tema odierno».

Proprio nel contesto dell’arrivo di cospicue risorse l’assessore regionale Paolo Calvano ha inquadrato
il percorso che la Regione sta conducendo e che muove dal Patto per il lavoro e per il clima, il quale stabilisce che l’impegno a rilanciare gli investimenti pubblici e privati sia supportato da un processo di semplificazione. Un ruolo importante, per le loro peculiarità, avranno proprio le aree interne.
«Il Patto propone un cambio di passo nella pubblica amministrazione – ha spiegato-, con l’opportunità di accedere a risorse straordinarie investendo in tempi rapidi per la ripresa economica, facilitando l’accesso ai servizi da parte di cittadini e imprese e attuando un alleggerimento procedimentale legislativo e amministrativo attraverso l’investimento sulla qualità e l’innovazione».

Durante l’incontro grande spazio è stato riservato alle imprese. «La maggiore digitalizzazione, la maggiore interoperatività delle banche dati e lo snellimento delle procedure amministrative potranno facilitare l’accesso alle nuove opportunità per tutti e ridurre le distanze, proprio in termini di opportunità, tra grandi e piccole imprese. In tal senso va anche il bando da 5 milioni per la digitalizzazione delle imprese artigiane».

L’assessore Calvano ha rimarcato come di questa strategia «il principio irrinunciabile rimane la legalità, cui si affiancano la tutela del lavoro e dei diritti, l’evoluzione dei rapporti tra amministrazioni, cittadini e imprese, il superamento del digital divide e la promozione del principio di sussidiarietà».
«La semplificazione – ha concluso – passa attraverso il rafforzamento organizzativo e la qualificazione delle risorse professionali pubbliche e private; la dinamicità, il pragmatismo e sperimentazione; la digitalizzazione; la legalità come valore fondativo ed irrinunciabile».

Diversi gli interventi dei portatori di interesse che hanno partecipato al laboratorio virtuale.
Lorenzo Marchesini, presidente del Gal Delta 2000 e coordinatore del Gal Emilia-Romagna ha sottolineato che «il primo modo di semplificare è non fare nuove leggi, ma consentire alle esistenti di sedimentare e, al più, correggerle».
Francesco Robboni di Cna Copparo ha testimoniato «di avere alte aspettative sulla riduzione dei tempi, sulla maggiore collaborazione degli enti, ad esempio rispetto all’apertura di nuove attività, e sulla sburocratizzazione».
Paolo Cirelli, presidente di Confartigianato, ha sottolineato «l’importanza della semplificazione nell’architettura istituzionale e il ruolo della Camera di Commercio quale agenzia di sviluppo» e ha rilanciato la proposta di una zona franca urbana di cui possano beneficiare le piccole medie imprese.
Giuseppe Lolli del Cfp Cesta ha rappresentato il punto di vista dei centri di formazione, che devono affrontare un sistema complesso, per cui si auspica «il passaggio da una cultura ispettiva a una cultura di corresponsabilità».
Infine, Alessandro Ghirardini ha portato la voce del personale amministrativo, lamentando la difficoltà nell’interpretazione della normativa, di cui si rende necessaria la semplificazione della lettura e, prima ancora, della costruzione».

Il prossimo appuntamento con i laboratori è fissato, come consuetudine, al terzo giovedì di giugno.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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