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da: ufficio stampa Cna Ferrara

Grande pubblico l’altra sera all’edizione 2015 de La Moda in Castello Cna.
La moda di qualità tra musica, spettacolo, danza e colore.

Con l’aiuto del tempo che, l’altra sera, ha lasciato fortunatamente il centro di Ferrara indenne dalla pioggia, si è rinnovato appuntamento dei ferraresi (tanti, oltre il migliaio gli spettatori che hanno affollato la piazza Castello) con lo spettacolo di moda, bellezza, musica, danza e colori rappresentato da La Moda in Castello, popolare manifestazione organizzata dalla Cna, con la direzione artistica di Made Eventi.
Ancora una volta il pubblico ha assistito ad un mix speciale di eleganza, creatività e gusto, con interludi musicali, come quello con la bellissima voce di Aba, finalista di X Factor, e parentesi poetiche: dal performer Alessandro Bruno Martignoni (alias Billy Bolla) con le sue delicate bolle lanciate verso la cima del Castello Estense e alle figure aggraziate con il cerchio dell’acrobata Fabio Pinna. E, ancora, la perfezione dei passi del Tango Angel interpretato dai bravissimi Cristiano Magri e Cinzia Capatti e l’intensità delle esotiche figure di danza di Camilla Costa con il gruppo Mandalas.
Ma il momento più trascinante, che ha conquistato il numeroso pubblico della serata, è stato forse quello dei bambini, che hanno aperto la sfilata, con la loro spontaneità e gioia di essere al centro dell’attenzione, impacciati e pieni di grazia, accompagnati dalle ballerine della School of dance and musical di Louise Anne Gard. Un esordio di sfilata spettacolare, culminato con il volo di decine di palloncini bianchi.
La riuscita formula de La Moda in Castello Cna (regia di Simona Barchetti, hanno presentato Laura Sottili e Alessandro Pasetti), non deve però mettere in secondo piano il vero cuore della manifestazione, rappresentata dalla qualità, capacità innovativa e di invenzione dall’inconfondibile impronta made in Italy, rappresentati da una imprenditoria artigianale, che vuole mostrare ciò che sa fare, malgrado i tempi e le difficoltà affrontate in questi anni.
Questo messaggio forte hanno voluto sottolineare il presidente provinciale della Cna Alberto Minarelli e la presidente di Cna Federmoda Maria Grazia Zapparoli nel corso della serata, perché il centro vero della iniziativa La Moda in Castello sono proprio loro, le aziende che continuano a qualificare il patrimonio produttivo ed economico del territorio con il loro lavoro e impegno. Ricordiamo le tredici imprese protagoniste della serata: Atelier Il Sogno (abiti da sposa – Ferrara), Boutique Primadonna (abbigliamento donna – Ferrara), Inpell – (cinture in pelle artigianali – Ostellato), Le Reves del Moma (alta bigiotteria artigianale – San Biagio d’Argenta), Minimale Mode (scarpe e abiti da ballo – Cona), Non solo sabbia (total look donna – Migliarino), Pitti Fur (pellicceria– Ferrara), Punto di vista (occhiali da vista e da sole – Bondeno), Sartoria Laura Mode (abiti su misura – Copparo), Tutù (abbigliamento da 0 a 16 anni – Ferrara), Via Garibaldi Boutique (abbigliamento Donna – Ferrara), Acconciature Punto X I Parrucchieri (Ferrara e Codigoro), Essere Benessere (estetica e abbronzatura – Copparo).
Nel corso della manifestazione, hanno sfilato in passerella anche gli abiti dei finalisti del concorso Cna, “La Moda in Castello siamo anche noi”, proclamati lo scorso luglio – Pasquale Montoro, Desirée Marcorato, Stefania Bernecoli e Aliona Mindru – realizzati gratuitamente da tre aziende ferraresi associate alla Cna del comparto moda: Confezioni Debora, Confezioni Grazia e Sartoria Laura Mode.
La Moda in Castello è stata realizzata con il contributo della Camera di Commercio e il patrocinio del Comune di Ferrara; sponsor: Banca Popolare dell’Emilia Romagna, UnipolSai Assicurazioni, Telestense, Suono&Immagine, Citroen, Centro Odontoiatrico Montebello, Nuova Officina Nord.

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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