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Da: Ufficio Stampa Emilia Romagna Coraggiosa

“Finalmente, dopo due anni che faccio la stessa domanda a Salvini e alla Lega senza avere risposta, ieri sera l’ho incrociato a San Giovanni in Persiceto e gliel’ho fatta in faccia. Perché a Bruxelles non siete mai venuti a nessuna delle 22 riunioni di negoziato sulla riforma migratoria più importante per l’Italia? Giudicate voi la risposta” così Elly Schlein (ex eurodeputata oggi candidata a Bologna, Reggio Emilia e Ferrara per Emilia-Romagna Coraggiosa a sostegno di Bonaccini) posta via social un video che la ritrae davanti al Leader della Lega a cui chiede conto della mancata partecipazione della Lega al negoziato sulla riforma di Dublino quando erano entrambi europarlamentari nello scorso mandato. Schlein aveva denunciato l’ipocrisia della Lega già nel 2018, perché non solo non ha partecipato alla riforma più importante per l’Italia sull’immigrazione, ma nel voto si è astenuta nonostante la proposta poi approvata da 2/3 del Parlamento cancellasse il criterio del “primo Paese di accesso” che per anni ha bloccato migliaia di richiedenti asilo in Italia.

Dopo 80 secondi di silenzio mentre sta al cellulare, Salvini risponde due volte:
“Le riunioni che servivano io le seguivo”. Poi si è allontanato con la scorta senza rispondere nel merito, mentre Schlein segnalava che erano già al governo nel 2003 quando il Regolamento di Dublino che ha messo in difficoltà l’Italia era stato approvato.

Il video in sole due ore è diventato virale raggiungendo 130’000 visualizzazioni e migliaia di condivisioni sui social.

https://www.facebook.com/ellyschlein1/videos/176382777068867/

Sabato scorso i temi migratori sono stati al centro di un incontro di Emilia-Romagna Coraggiosa in cui a sostenere Schlein e la lista è venuto anche Pietro Bartolo, medico di Lampedusa ed eurodepurato, nel corso della quale Schlein ha attaccato duramente la Lega dicendo che ha messo la firma sulla leggi peggiori di gestione dell’immigrazione: da Dublino nel 2003, alla Bossi-Fini, ai decreti sicurezza prima di Maroni e poi di Salvini. “Leggi criminogene che hanno voluto creare irregolarità per poi vederlo candidarsi a governare il caos che hanno creato loro stessi.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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