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da: Stefania Agarossi, Gruppo consiliare Valore e Rispetto. Comune di Sant’Agostino (Fe)

Aumento del contributo alle scuole paritarie per aiutare le famiglie con il pagamento delle rette scolastiche delle scuole materne e doposcuola parrocchiali. Questa la proposta che il gruppo Consiliare Valore e Rispetto porta con un emendamento ai voti nel prossimo Consiglio comunale di lunedi 23 marzo. E per fare ciò chiede ai 12 consiglieri di votare il taglio dell’aumento di stipendio che la Giunta si è riconosciuta appena insediata nel 2014 e il taglio dell’acquisto di un nuovo gonfalone del Comune. “Con tutto il rispetto, la gente chiede meno apparenza e più sostanza, e senza polemica, bisogna cominciare veramente a pensare prima alle necessità dei cittadini che non alle proprie”.
“Ora come ora l’acquisto di un nuovo Gonfalone non è certo prioritario. E abbiamo ben tre consiglieri comunali – la dottoressa Mastrandrea, Ilaria Vergnani e Giovanni Bonaldo – che, con tutta la nostra stima, e gratuitamente, hanno accettano deleghe assessorili: Sanità, Igiene pubblica, Casa Protetta, rapporti con le associazioni di Volontariato in ambito socio sanitario, Polizia Municipale, Cultura, Rapporti con le Consulte di frazione. Per cui a nostro avviso risulta alleggerita quella gravosità delle responsabilità e del lavoro posto in capo agli amministratori locali per la quale la Giunta si è riconosciuta l’anno scorso l’aumento di stipendio.”
“Fatti fare i conti al Capo Ragioneria, se il livello di retribuzione fosse riportato a quello del 2013 , tenuto conto che ora c’è anche un assessore in meno (nel 2013 la Giunta era di 6 persone oggi è di 5), il risparmio per le casse Comunali sarebbe di 12.447 euro. Cifra che, sommata ai 5000 euro risparmiati del Gonfalone, permetterebbe, con i 17.500 euro risparmiati sia di reintegrare quello che di fatto è stato un taglio di 10.000 euro deciso alcuni mesi fa dall’Amministrazione – con voto contrario di Valore e Rispetto– al contributo diretto alle scuole materne parrocchiali del nostro comune. E di aggiungere anche un aumento, da tempo sollecitato, e motivato dalla diminuzione da parte del Governo dei trasferimenti alle scuole Paritarie.
A prescindere dalle facilitazioni ISEE, è innegabile l’aumento generalizzato di tutti i costi e di tutte le rette, nonché la diminuzione di risorse per le strutture che ospitano i bambini. E a tutto ciò purtroppo non è corrisposto un altrettanto aumento degli stipendi dei genitori dei bambini che frequentano la scuola materna e il doposcuola elementare e delle scuole medie.
Tanti gli interventi che sarebbero necessari sul nostro territorio, ma con decisamente altre cifre. Meglio fare quindi una cosa sola, ma fatta bene. Come dare sostegno a un servizio qualificante per il nostro territorio, sinonimo di qualità di vita, riconosciuto da tutta la comunità di valore, di integrazione e di sviluppo delle prossime generazioni di cittadini. Servizio di cui, è giusto sottolinearlo, l’amministrazione non è attualmente in grado di farsi carico.

“ Difficile in 7 giorni – questi i tempi dati ai consiglieri comunali per presentare modifiche o proposte al Bilancio di Previsione ammissibili a votazione in consiglio Comunale – e in assenza dei dati sull’avanzo di bilancio 2014, il vero tesoretto di un Comune, presentare proposte fattibili. Questa idea è una piccola cosa, ci rendiamo conto, ma è realizzabile e può essere utile a tante famiglie, di tutto il Comune. E ha un suo significato. Soprattutto quando questa Maggioranza, i cui componenti sono responsabili del Bilancio da anni, ha messo nero su bianco che se non interverranno modifiche nel 2016 e 2017 la pressione fiscale sui cittadini dovrà spingersi oltre ai massimi livelli consentiti dalla legge per il 2015, allo scopo di far fronte agli oneri finanziari – e relativi interessi – che nel frattempo si sono stratificati. Situazione riconfermata dall’anno scorso, che continua a preoccuparci molto, e di cui non mancheremo di chiedere conto e spiegazioni lunedi prossimo in Consiglio Comunale. “

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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