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da Organizzatori

C’è una città che accoglie. Che sceglie di costruire ponti invece di innalzare muri. E’ una città impegnata ogni giorno nell’ascolto e nel dialogo interculturale. A Ferrara, a partire dall’impegno per la pace e del rifiuto di ogni forma di razzismo, è nata più di due anni fa “Ferrara che Accoglie” che raccoglie attorno a un grande tavolo decine di gruppi, associazioni di volontariato, sindacati, cooperative sociali. E insieme a loro, le tante Comunità Straniere presenti in città.
Proprio le Comunità Straniere – le loro storie, i loro canti, le loro musiche – saranno protagoniste dell’appuntamento in programma per sabato 16 settembre (dalle 15.00 alle 23.30) in piazza Castello con il nome significativo di “Piazza che Accoglie: musica, talenti e culture internazionali”. L’iniziativa, promossa da Ferrara che Accoglie, il Consiglio delle Comunità Straniere, con l’adesione e il patrocinio della Amministrazione Comunale di Ferrara, si presenta con un programma ricchissimo. Dal primo pomeriggio fino a tarda sera, sul palco e nei gazebo allestiti per l’occasione, si alterneranno dibattiti, laboratori, eventi musicali, danze, giochi, letture, presentazioni di esperienze di gruppi e associazioni impegnate nel campo dell’accoglienza e dell’integrazione.

Si parlerà, ad esempio, dei percorsi di integrazione che giovani ed adulti stranieri intraprendono una volta arrivati in Italia e in Europa. Un altro incontro sarà dedicato alla normativa che attualmente regolamenta l’ingresso e il soggiorno degli stranieri e delle difficoltà e dei limiti che queste norme impongono, condizionando fortemente l’esercizio di diritti e doveri sanciti da trattati internazionali e che anche l’Italia ha ratificato. Si approfondiranno i temi della Campagna “Ero straniero” (durante la manifestazione continuerà la raccolta di firme) che propone una nuova legge per gli stranieri con il fine di migliorare e legalizzare i percorsi del loro inserimento lavorativo. E ancora, si discuterà di cittadinanza italiana e dei diritti di cittadinanza attiva. Verranno presentati i dati del XXVI Rapporto Immigrazione 2016, a cura dell’Azione Cattolica e di Migrantes.
Saranno presenti le associazioni che fanno accoglienza e le persone accolte che racconteranno viaggi, speranze e progetti di vita. Non mancheranno i video, i filmati che documenteranno una realtà spesso trascurata. Un mondo vasto, fatto di impegno, responsabilità, fatiche, sentimenti, di quei valori positivi così importanti per costruire la coesione sociale.
Verranno realizzati giochi interculturali, laboratori creativi per piccoli e adulti condotti da esperti nell’arte della piegatura della carta o della calligrafia con caratteri arabi, cinesi e cirillici. Esperte pakistane nell’arte dell’Hennè o sarte che confezionano vestiti tradizionali. Verrà esposta una piccola mostra fotografica sull’arte indigena dell’America Latina e saranno disponibili pubblicazioni e dossier informativi sui tanti argomenti trattati dalla manifestazione.
E’ prevista la presenza di scrittori e giornalisti stranieri come Vjera Slaven e Osman Pashayev, momenti teatrali realizzati in collaborazione con il Teatro Off, reading di poesie e di narrativa internazionale.
Infine: Musica e danze. Sul palco si esibiranno artisti stranieri di nazionalità diverse provenienti da vari paesi dell’Africa, del Pakistan e dell’ Ucraina. E ancora, ci saranno esperti liutai come Gianni Intelisano, o chitarristi come Roberto Formignani e Lorenzo Pieragnoli della Scuola di Musica moderna di Ferrara.
Non mancheranno i ragazzi impegnati nel costruire un mondo migliore attraverso l’informazione come i ragazzi di Occhio ai Media e di Radio Web Giardino.

Le realtà che hanno contribuito a pensare ed organizzare questa giornata di incontroi e di festa sono davvero tante, come l’Associazione Nadiya (cui va un ringraziamento particolare per la responsabilità giuridica e il grande impegno assunti nella realizzazione dell’evento), Agire Sociale, CGIL, Cittadini del mondo, Lega Coop, Viale K, Coop. Coop Meting Point, Akwaba, Alba Nuova, Emergency, Centro Donna Giustizia, Azione Cattolica, Agesci, Hermanos Latinos, Coop Camelot, Acli.
Decisiva la partecipazione e l’apporto di tante Comunità Straniere presenti a Ferrara. Accanto a loro, è importante ricordare il contributo prestato da tante altre persone ed associazioni non citate, ma che con il loro impegno quotidiano svolto dentro e fuori dagli incontri della rete di Ferrara che Accoglie e del Consiglio delle Comunità straniere, tentano di costruire un mondo più giusto e più libero.

Clicca QUI per leggere il programma

Ferrara che Accoglie e Consiglio delle Comunità Straniere

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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