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da: Comitato Acqua Pubblica Ferrara

Ci stiamo avvicinando ad una primavera che sarà densa di appuntamenti e iniziative.
Sta partendo una stagione di referendum sociali:
· il movimento per la scuola pubblica ha deciso di promuovere 4 quesiti referendari contro la controriforma della scuola;
· il movimento per l’acqua un’iniziativa referendaria contro le privatizzazioni di beni comuni;
· la campagna contro la devastazione e il saccheggio ambientale un quesito referendario che punta ad abolire il ricorso alle trivellazioni petrolifere sia in mare che in terraferma.
· La Cgil e altri soggetti che si occupano di lavoro stanno approfondendo la discussione per mettere in campo quesiti referendari contro il Jobs Act e la legislazione del lavoro.
Accanto a questa stagione referendaria sociale, che vedrà la raccolta delle firme tra aprile e luglio, e che sarà lanciata con un’assemblea nazionale congiunta del movimento dell’acqua, della scuola pubblica e della campagna contro la devastazione ambientale il 13 marzo a Roma, ci aspettano altre iniziative e scadenze importanti:
· il 17 aprile si terrà il voto referendario sulla durata delle concessioni petrolifere in mare che, al di là del quesito specifico, avrà grande valore per dare un primo stop alle scelte del governo che aggredisce l’ambiente e si basa su una strategia energetica, quella basata sul fossile, che guarda al passato:
· si sta ipotizzando di tenere una grande manifestazione nazionale a Roma in aprile contro il TTIP e gli accordi internazionali che intendono consegnare al mercato e alle grandi multinazionali i beni comuni e le scelte di fondo che riguardano il modello economico.
Inoltre, entreremo nel pieno della discussione per quanto riguarda il referendum confermativo costituzionale che si dovrebbe tenere in autunno. Si è già costituito a livello nazionale – e si sta procedendo a farlo anche a Ferrara- il Comitato per il No alla controriforma costituzionale, che avrà un suo percorso autonomo, ma che potrà costruire connessioni con le iniziative di cui abbiamo parlato prima.

Anche a Ferrara vogliamo contribuire alla battaglia per i referendum sociali, per portare le persone a votare e vincere il referendum del 17 aprile, per dare forza e partecipazione alla manifestazione nazionale contro il TTIP.

Vogliamo fare una prima discussione su questi temi e quindi invitiamo tutte e tutti a partecipare ad una riunione:
LUNEDÌ 29 FEBBRAIO alle ore 21
presso Centro sociale La Resistenza
di via della Resistenza, 32 a Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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