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Milioni di persone muoiono di fame ogni giorno nei Paesi del Terzo Mondo, mentre altrettante soffrono di sovrappeso ed obesità nei paesi occidentali. Purtroppo il problema, che è oggi in costante crescita, colpisce specialmente i bambini e gli adolescenti. I dati raccolti dal ministero della Salute mostrano che la percentuale dei ragazzi italiani (fascia compresa tra i 6 e i 17 anni) che sono in eccesso di peso, ammonta al 26,9%, percentuale che aumenta tra i bambini che hanno dai 3 ai 10 anni (35,7%).
Le cause scatenanti questa grave problematica sono numerose. Prima di tutto, un’eccessiva e scorretta alimentazione nella fase infantile, è premonitrice di obesitá nella fase adulta. Se i bambini, nei loro primi anni di vita, ingeriscono un quantitativo esagerato di calorie e vengono nutriti nella maniera sbagliata, prendono peso che difficilmente riusciranno a perdere nel corso degli anni. Ciò avviene perchè l’iperalimentazione determina, oltre ad un aumento di volume delle cellule adipose (ipertrofia), anche un aumento del loro numero (iperplasia), pertanto, da grandi sará possibile ridurre le dimensioni delle cellule, ma non eliminarle.
Sono sempre stata contraria al comportamento ultraprotettivo di alcuni genitori perchè, personalmente, credo che per i bambini (e non solo!) sia una gioia mangiare gelati, merendine confezionate e in generale tutto quello che viene comunemente definito “junk food”. Sicuramente non si tratta di alimenti genuini, ma se mangiati sporadicamente di certo non danneggiano gravemente il nostro organismo! Sono le quantitá che devono essere tenute sotto controllo. Una corretta alimentazione è fondamentale per la crescita del bambino e il buon esempio deve venire prima di tutto dai genitori. Molti bimbi invece non mangiano frutta e verdura, privandosi così di principi nutritivi fondamentali; spesso inoltre i genitori, o perchè a causa del proprio lavoro non hanno tempo per cucinare o perchè invece non amano farlo, abituano i figli al cibo dei take-away. Ricordo una sera di aver accompagnato due miei amici in un McDonalds di Milano e di essere rimasta scioccata nel vedere che i consumatori erano soprattutto adolescenti e bambini in compagnia dei genitori.
Altro fattore responsabile dell’obesitá è la familiaritá. Nei ristoranti mi capita spesso di vedere adulti esageratamente grassi che invitano e spronano i propri figli, giá evidentemente in sovrappeso, a mangiare porzioni enormi di cibo. Provo solo tanta rabbia nei confronti dei primi e tanta pena per i secondi. Sono sicura che vedere il proprio bambino godere di ciò che mangia renda un genitore felice, perchè sono perfettamente d’accordo con chi sostiene che il cibo sia uno dei “piaceri della vita”; tuttavia, quei genitori che hanno abitudini alimentari scorrette e le trasmettono ai propri figli, dovrebbero capire che con tale comportamento non fanno il loro bene, ma ne danneggiano gravemente la salute. L’esempio della famiglia è quindi fondamentale: se i genitori non seguono una dieta equilibrata non possono infondere alcuna educazione alimentare.
Altro fattore determinante l’obesitá è la sedentarietá: quando i miei genitori erano bambini, i maschi giocavano con le macchinine, con il trenino elettrico o si trovavano nei cortili a giocare a pallone; le femmine invece vestivano le bambole o inventavano giochi da fare all’aperto. Quando io ero bambina si giocava con le Barbie, con le carte dei Pokemon o con i primi game boy e tamagotchi. Oggi invece tutto è diventato virtuale: i ragazzi passano troppe ore davanti ad uno schermo a giocare ai video games o direttamente online. Anziché incontrarsi fuori, ci si ritrova in casa dove si sta seduti per ore davanti a qualcosa che concretamente non esiste, rischiando di sviluppare lo Iad (Internet Addiction Disorder): si calcola che oggi in Italia il 70% della popolazione mostra segni di dipendenza da pc. Oltre al rischio di questa patologia, una sovraesposozione agli schermi porta gli individui a muoversi di meno, bruciare meno grassi e calorie e, di conseguenza, ad aumentare di peso.
L’esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce in quanto, oltre a farlo dimagrire lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra (tessuto muscolare) e massa grassa (tessuto adiposo).
A tutti questi elementi si aggiunge il fatto che oggi non sappiamo cosa mangiamo, quali sostanze, conservanti e coloranti vengono usati dalle industrie. Ciò che è certo è che anche le adolescenti soffrono di cellulite, mentre 50 anni fa questo era un disturbo raro e sconosciuto alla maggior parte delle ragazze.
Abbiamo la fortuna di vivere nel paese che ha la cucina migliore al mondo, quella più variegata e saporita, ed è giusto apprezzarla, ma senza abusarne. Come in ogni cosa, gli eccessi sono sempre sbagliati e controproducenti. Chi è genitore deve capire che i figli non vanno costretti a mangiare, ma devono essere educati ed abituati a gustare i cibi e a scegliere quelli più salutari. Bisogna far loro capire fin dalla più tenera etá l’importanza di avere una vita sana, a cui sport ed alimentazione contribuiscono in maniera fondamentale. I giovani invece devono imparare a viziarsi quanto basta e a non abusare di hotdog e hamburger; a ridurre le ore spese davanti agli schermi e, perchè no, riscoprire i giochi e i passatempi di una volta.
L’obesitá non deve mai essere sottovalutata: spesso gli individui tendono ad ingrassare a causa di un malessere, un vero e proprio disturbo psicologico (stress, dispiaceri, solitudine, inadeguatezza,…), che può venir loro trasmesso o dai genitori o dalla societá in cui crescono. Nel rapportarsi con gli altri i bambini/ragazzi in sovrappeso possono perdere la propria stima, chiudersi in se stessi creando un proprio mondo parallelo in cui trovare conforto nel cibo o incappare nella problematica opposta e cadere nel baratro dell’anoressia.
L’alimentazione è uno dei tanti aspetti dell’educazione e come tale deve essere impartita dai genitori ai figli, ovvero da chi giá la possiede a chi ancora deve apprenderla. Purtroppo però non tutti gli adulti hanno questa accortezza e non prestano sufficiente attenzione ai disagi e ai problemi a cui spesso i figli vanno incontro; non si rendono conto che usano il cibo come arma per sopperire alle proprie sofferenze, facendo diventare ciò che dovrebbe essere un piacere una forma di dipendenza.

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Silvia Malacarne


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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