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Da: IIS di Argenta e Portomaggiore

Giovedi 15 settembre 2016 è suonata la campanella per le allieve e gli allievi degli Istituti Tecnici di Portomaggiore che fanno parte dell’IISAP.
Dopo una primo passaggio nelle classi che li accoglieranno in quest’anno scolastico, tutti gli studenti si sono riuniti nelle piazzale antistante il palazzetto dello sport per ricevere il saluto di benevenuto del Dirigente Scolastico prof. Francesco Borciani, del sindaco Nicola Minarelle e del Collaboratore delle due sedi prof. Mauro Bertoni.
Il Dirigenti ha sottolineato come l’anno inizi con alcune novità di rilievo come la possibilità di utilizzare il Palazzetto dello Sport ed il nuovo registro elettronico Nuvola e con altre ben consolidate attività che sempre hanno caratterizzato l’offerta formativa dei due istituti, per ricordare l’alternanza scuola lavoro che da anni permette di fare esperienze ‘sul campo’ durante l’anno scolastico, i lavori progettati e realizzati dagli studenti nell’orario scolastico ed il lavoro di tutoraggio degli allievi più grandi nei confronti dei loro compagni che arrivano nelle classi prime e che ha dato significativi risultati nel tempo. Il Dirigente ha poi sottolineato come l’essere inseriti in questo grande campus scolastico, che vede la presenza anche della scuola media, faccia degli studenti delle superiori un possibile modello per i loro compagni più giovani e pertanto ha suggerito loro di essere consapevolmente responsabili nei comportamenti ed in tutti quei modi di essere che possano essere poi utili ai più giovani. Il Sindaco ha preso la parola ricordando come l’Amministrazione Comunale sia stata e sempre sarà presente per supportare l’offerta formativa dei due istituti e come ritenga vincente la realizzazione del campus ricordato dal Dirigente, auspicando quindi la possibilità che possa nascere anche una collababorazione fattiva tra le due realtà scolastiche cosi vicine tra loro. Al termine dei saluti gli allievi delle classi seconde, terze, quarte e quinte hanno terminato la loro giornata a scuola mentre gli studenti delle classi prime hanno seguito i loro tutor più grandi che hanno illustrato loro alcune peculiarità della vita scolastica all’interno dei due istituti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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