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da: Ufficio Stampa Nessuno tocchi Caino

Gli artisti dell’avanguardia romana sono entrati in carcere e hanno scelto la parabola del figliol prodigo per farsi accettare dall’istituzione, e farsi capire dai detenuti. Dal 21 novembre al 13 dicembre 2015 al Museo delle Mura Porta San Sebastiano a Roma

Convinti che pittori e prigionieri abbiano in comune una forte difficoltà a farsi accettare “così come sono”, alcuni dei più attenti artisti romani hanno accolto la sfida di tentare di fare qualcosa di “non inutile” all’interno di un luogo dove apparentemente tutto è assolutamente inutile, ossia un carcere italiano. E visto che da troppo tempo la politica non si occupa più del “sociale”, senza rassegnazione e con un pizzico di altera provocazione i neo artisti rebibbiani si uniscono ai pellegrini di questo anno giubilare che sta per iniziare.
Potevano fare diversamente? Davvero si può parlare di emarginazione solo da un punto di vista cattolico?
“Il Figliol ProdigIo” è una variazione sul tema della Misericordia, ossia quella virtù che Papa Francesco ha messo a basamento di questo anno giubilare.
Quale spunto migliore della parabola in cui un figlio lascia la famiglia, e poi è costretto a tornarvi perché è stato respinto dal mondo. Quale riflessione più attuale della necessità che ha ogni essere umano di ripensare continuamente il proprio vissuto.
Quale linguaggio più adatto, meno doloroso, di quello mediato dall’arte?
Undici detenuti di Rebibbia Nuovo Complesso con gli artisti Paolo Bielli, Alessandro Costa, Giuseppe Graziosi, Marina Haas, Vincenzo Mazzarella, Laura Palmieri, Elena Pinzuti, le associazioni Pronto Intervento Disagio e Nessuno Tocchi Caino, hanno dato vita al laboratorio di pittura dove sono state realizzate le opere che saranno esposte presso l’antico, suggestivo complesso del Museo delle Mura.
Grazie alla sovraintendenza dei Beni Culturali e del Comune di Roma, la Mostra “Il Figliol ProdigIo” sarà inaugurata Sabato 21 novembre 2016 alle ore 11 e resterà esposta fino al 13 dicembre 2015, a Porta San Sebastiano 18 Roma.
Dalle opere è nato anche un calendario 2016 con testi e foto del laboratorio il cui ricavato sarà utilizzato per altri laboratori interni al carcere.
http://www.museodellemuraroma.it/mostre_ed_eventi/mostre/(p)/in_programma
Pasquale De Salve: Email: pasqualedesalve@gmail.com cell: 3249239338
Associazione Nessuno Tocchi Caino 06-68979302- info@nessunotocchicaino.it
Cooperativa Sociale PID Onlus 06-67105352 www.pid.coop – pidonlus@gmail.com

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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