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Ballata della primavera

Spinge il sole
sulle gote della terra
la sua apologia
di primavera
cura
i molti fiori
si vedono
le foglie progredire
con innata geometria
e cautela
sotto la tutela
della natura
così si coltiva
sui fogli
l’utopia
pura
dei prati folti
di trifoglidai campi si sollevano
gettate di vapore
una densa foschia
appanna la luce
fiori e foglie
serrano i gomitoli
dei loro profumi
dei loro colori
chiusi
in una tomba di calce
impalpabilegli aironi bianchi
ritmano col collo
i tempi del banchetto
sulla terra bagnata
inermi
distesi su pozze
di fango
si dibattono i vermi
facili prede
dei becchi taglienti
attorno ai salici
piangenti
passeri e rondini
svuotano l’aria
d’insetti apparecchiata
nell’abbraccio che incede
tra la vita e la morte
piomba
come un dolce
brusco miraggio
di una lepre
lo scatto
la paura
fatta coraggio

una fredda brezza
levantina
solleva dalla terra
le sue lenzuola
i panni bagnati
da pesante foschia
lana sospesa
sfollata via

libro aperto
l’orizzonte
una pagina porpora
una pagina plumbea
nel mezzo
il sole catturato
discende
un nodoso grappolo
di nubi
ferisce il cielo
con pugni ardenti
grandi candele
di pioggia
si schiantano in terra

poi il mare
linea azzurrina
mentre il sole cadente
nell’altro emisfero
accende le stelle
con il suo ultimo
cero

Ogni domenica Periscopio ospita Per certi versi, angolo di poesia che presenta le liriche di Roberto Dall’Olio.
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Roberto Dall’Olio

Bolognese da sempre ancora prima di nascervi. È nomade cosmopolita. Scrisse poesie da anni otto circa. E non smise più. Pubblica libri in versi. Ritiene la poesia una forma di stoviglia, detta alla Gozzano. Ah, poeti di riferimento: Italiani: Roberto Roversi mio maestro e amico Antonia Pozzi Alfonso Gatto Guido Gozzano Stranieri: Neruda Lorca Salinas Yanez Piznik Brecht Prevert Plath Sexton Seifert Cvetaeva Ritsos Pasternak Saffo

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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