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Raffaele Rinaldi, direttore Associazione Viale K

Ecco, questo è il punto oggi. L’essere partigiano. I valori possono essere rintracciati nell’attenta ricerca storico-filosofica della nostra tradizione occidentale, e nel cuore di tutte le culture altre. Per chi voglia evitare tale fatica sarebbe” sufficiente” leggersi la Costituzione ispirata da persone che hanno visto in faccia la barbarie e desiderose di restituire umanità ad una comunità che sembrava irrimediabilmente perduta. Se parliamo di religioni, basta sfogliare i libri sacri e recuperare il messaggio originario ed escatologico.
Non credo nei valori assoluti. Chiariamoci. Voglio dire che non credo nei valori declamati nel loro monoteismo assoluto, questioni di principio nella bella cornice della retorica che nessuno contesta. Belli, ma inutili. Pomposi, ma vuoti. Alti, ma senza vertigini. Forti, ma addomesticati al potere di turno. L’elenco dei valori lo lascio volentieri ad altri.
Si è persa la capacità di trovare la stretta dei valori con lo sviluppo integrale della persona, il coraggio di declinarli nella tutela della dignità e nella lotta per la libertà della persona, soprattutto dei più deboli. Paradossalmente si salvano i valori e si ammazzano le persone. Magari abbiamo capacità critiche per individuare ingiustizie, ma non riusciamo a vincere la forza di gravità che ci schiaccia corpo e anima sul divano, o dalle polemiche internaute che navigano nei mari del virtuale ma non approdano mai ai veri drammi delle povere esistenze che ci stanno intorno. Sappiamo scegliere i valori come i prodotti al supermercato, soprattutto quando si possono applicare forti sconti sull’impegno attivo che ne deriva. Preferiamo la penombra dell’ignavia all’esposizione del partigiano.
Ricordate? Dante pone gli ignavi nell’antinferno che -in virtù della legge del contrappasso- rincorrono senza posa un dannato straccio mentre vengono punti da vespe e mosconi poiché in vita non reagivano agli stimoli e non insegnavano alcun ideale. Virgilio invita dante a passate oltre con sdegnosa indifferenza, quasi schifati della bassezza morale… poiché non furono mai vivi, ma per se stessi furono. Preferiamo la libertà” da” alla libertà” per”.
“Ridurla ‘la libertà’ alla sola conquista dell’autonoma, significa incoraggiare quella tendenza dell’ individuo a rinchiudersi in sé stesso, che lo rende ottuso e non disponibile; mentre il movimento della libertà è anche movimento di distensione, di compenetrazione, di disponibilità, e quindi non solamente di rottura e di conquista, ma anche di adesione. L’uomo libero è un uomo che il mondo interroga e che al mondo risponde: è l’uomo responsabile” (E. Mounier, il personalismo, p.97).
ESSERE partigiano di valori, vuol dire scegliere la persona, riprendere la capacità della relazione, cogliere e interpretare quelle domande mute e ineludibili che abitano l’esistenza di ognuno. É l’unica possibilità per combattere le riduzioni antropologiche della cultura dominante del mercato per cui è “scarto” chi non rientra nell’interpretazione dell’UOMO consumatore (definizione di Zygmut Bauman). Una cultura che ha appestato la società e permette la costruzione di quelle “Strutture di peccato” dove albergano indisturbate pratiche come quelle dello sfruttamento ambientale, della precarietà del lavoro, dell’emarginazione sociale delle categorie più deboli, dell’indifferenza verso i poveri.
Sarebbe sufficiente che la gente cominciasse a guardarsi in faccia e a leggere i valori dentro l’Etica del volto e della responsabilità.

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Redazione di Periscopio

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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