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Gianluca Iovine, scrittore

Non saremo mai un Paese civile e democratico, finché lasceremo bruciare le nostre colline e i nostri boschi. A costo di sembrare arrogante, aggiungo che questa non è un’opinione, ma un fatto. Ogni anno, quella parte di suolo che sfugge al cattivo cemento, muore di una morte diversa, nel fuoco. Incendi consumano, specie d’estate, la bellezza e biodiversità della natura italiana per lucrare su nuovi pascoli, colture, nuove aree edificabili. E se al cittadino non resta che chiamare i Vigili del fuoco, a quest’ultimi restano sempre meno mezzi. Con la Forestale in via di smantellamento, malapolitica e lobbies mafiose sono senza avversari. C’è fascismo in chi decide di toglierci bellezza e stuprare la natura, e testardaggine partigiana in chi sceglie di resistere, denunciando. Perché un giorno questo Paese abbia un catasto degli incendi e pene esemplari per chi brucia. Sperando che all’orizzonte restino resine d’alberi e non ceneri di bosco.

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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