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Il fascino misterioso delle lettere. Ho sempre adorato quelle buste che arrivano da lontano. Se poi queste missive viaggiano nel bosco, la formula magica è completa.

Oggi è allora il turno di un curioso postino, silenzioso e solitario che, sulla sua veloce bicicletta rossa, porta tante lettere. Un personaggio delicato che ci fa riscoprire il valore della parola scritta. Quella che resta.

È il protagonista di Lettere nel bosco, scritto da Susanna Isern e illustrato ad acquerello da Daniel Montero Galán (che abbiamo già letto ne Il Bigliettino), Edizioni Logos, collana gli albi della Ciopi.

In sottofondo, il bosco, con i suoi colori tenui, i suoi cieli, i suoi cespugli e alberi e le loro radici. I nascondigli e le tane degli animali, i laghetti con i pesci, gli uccellini cinguettanti, le nuvole, le stradine che lo attraversano, come rigoli di ruscelli frizzanti. E poi le foglie.

Ogni mattina questo simpatico postino sfreccia nel bosco per consegnare la posta, pedala a destra e a manca: una fitta corrispondenza anima le giornate degli animali del bosco. Molto riservato e timido, non dà confidenza a nessuno, poche chiacchiere, non accetta alcun invito, nemmeno un caffè. Corre, corre, sollevando polvere.

Di porta in porta, suona i campanelli e consegna la posta allo scoiattolo e al riccio, che ricevono messaggi di scuse reciproche, dandosi appuntamento per chiarirsi su un malinteso. Arriva poi il turno del picchio che si scusa con il ghiro per aver picchiettato sull’albero accanto al cespuglio dove lui pacificamente dormiva.

Anche le farfalle ricevono l’invito dalla tartaruga a prendere il sole sul suo carapace, dove c’è spazio in abbondanza, in pieno relax. E se dovesse piovere, si può sempre entrare a riscaldarsi con un tè profumato.

L’orso invita il coniglio che non sa nuotare a salire sulla sua imponente schiena per farsi trasportare sul lago come su un grande gommone.

Le lettere arrivano al lupo, al cervo, alle rane, alla marmotta, alla volpe, ai pesci. C’è posta per tutti. Tutti ricevono la loro, tutti sono impegnati a leggere, finché il postino, all’imbrunire torna a casa, sfinito, con la cartella vuota. Alberi e sole che tramonta fanno da splendida cornice. I colori sono soffusi e invitano al riposo ristoratore.

E ogni notte, occhiali sul naso, nella sua casetta calda, alla luce fioca di una candela, scrive, fino ad addormentarsi, come un sasso, sulla pesante macchina da scrivere.

Finché un bel giorno, al tintinnio del campanello arrugginito al quale nessuno ha mai suonato, riceve una lettera pure lui…. Chi mai sarà?

C’è tanta armonia nelle pagine e nelle storie. Un’armonia che qualcuno vuole e guida.

Per gli animali il vecchio postino è un vero e proprio sconosciuto, ma quel carattere sfuggente deve per forza nascondere qualcosa, e, infatti, il postino generoso e instancabile custodisce un segreto… di quelli belli però.

Susanna Isern, è una scrittrice spagnola di libri per bambini. I suoi libri sono pubblicati in più di 19 lingue con più di 500.000 lettori in tutto il mondo. Vive a Santander. Alla passione per la scrittura unisce quella per la psicologia. Ha lavorato come terapeuta infantile, è professoressa universitaria di psicologia. Negli Stati Uniti, ha ricevuto la Medaglia d’Oro dei Moonbeam Children’s Book Awards 2013 e alcuni dei suoi libri fanno parte della selezione della Junior Library Guild.

Daniel Montero Galán è nato a Madrid nel 1981. Lavora come illustratore da oltre 15 anni e ha pubblicato più di 30 libri.

Fra questi El gran Zooilógico (Jaguar, finalista al premio Golden Pinwheel della CCBF China Shanghai International Children´s Book Fair nel 2016),  Lettere nel bosco (Logos) e Mistero nel bosco (Logos).

Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti.
Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara.

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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