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Birbe nella vita, detto, fatto

Oggi vi presentiamo due novità in libreria, storie fresche fresche, profonde e divertenti: le avventure di due bambini un po’ ribelli a confronto con i guai della vita.

Ulf Stark, l’autore più letto e amato nel Nord Europa (dopo Astrid Lindgren di Pippi Calzelunghe), firma un racconto tenero e senza tempo sulla profondità del rapporto che può instaurarsi tra un bambino e un animale e i benefici per entrambi.

Il cane Ajax dal lungo naso rosa ha sette anni quando, nell’accogliente famiglia in cui vive, nasce Johan; tra loro è subito amicizia. Solo Ajax, con le sue leccatine sotto i piedi e dentro l’orecchio, sa placare il piccolo strillo-urlatore, soprattutto la sera, prima di dormire. Vi dico solo che la prima parola che pronuncia il bimbo non è né mamma né papà, ma BAU! Per stare in piedi si attacca alla pelliccia del suo fedele amico, se cade lui lo tira su. Avere un amico significa avere qualcuno che ci aiuta a rialzarci e ci fa ridere. Così come lo è avere qualcuno che ti gratta il collo o con cui dividere una salsiccia.

Così, tra giochi, passeggiate, merende condivise, pappine, lotte, corse sullo slittino soto la neve, battute di caccia a mosche e farfalle e tante cose da vedere (vasi di fiori, scarpe, calzini, il sole, il cielo blu, l’erba, le case e un cavallo), Johan cresce felice. Di notte i due amici inseparabili guardano le stelle, sono molte di più di tutti i calzini del mondo…

Intanto, fra un indovinello e l’altro, Ajax invecchia, è stanco e non vuole più correre, finché un brutto giorno, quando Johan ha sette anni, muore. Sognando, è volato in cielo, dice la mamma, lì può giocare allegramente e mangiare sempre cose celestiali.

Ma l’affetto e l’amore, che tutto possono e ovunque arrivano, spingono Johan a cercarlo in cielo e, dritto dritto fino allo spazio cosmico, dopo un lungo viaggio a cavallo, oltrepassati supermercato e benzinaio, vedrà finalmente un musetto in una piccolissima stella.

Con una svolta fantastica, Ulf Stark intreccia vita e morte – tema difficilissimo da narrare ai bambini (già ne avevamo accennato con Bigoudì) – grazie al filo potente dell’amicizia, in un cerchio che si chiude su una delicata nota di speranza. Un racconto allegro, tenero e intenso che sdrammatizza i piccoli-grandi guai della vita di ogni bambino.

Ulf STARK, Una stella di nome Ajax, illustrazioni di Stina Wirsén, Iperborea, collana I Miniborei, prima edizione 22 febbraio 2023, 64 pp.

Per tutti quelli che considerano i bambini degli adorabili angioletti, invece, questo albo di Barbro Lindgren ed Eva Eriksson sarà la prova dell’esatto contrario. Storia di un bimbo che non sa stare fermo. Un divertente classico contemporaneo, in rima.

Imprevedibile e temerario, sempre in cerca di avventure, il buffo Bimbo birbone non sa stare davvero fermo. Di notte, quanto tutto tace, lui salta come un grillo, gioca a fare l’aquila e l’orsetto, fa sempre quello che gli pare. Libero e indipendente, fin da piccolo.

Un bel giorno, molto noioso, ha proprio voglia di fare un gioco divertente: sale a bordo di una cassetta di legno, prende lo spazzolone e vi issa il grembiule della mamma come vela, fa scorta di girandole alla cannella e arruola la sua fidata ciurma di pupazzi: sor Coniglio, sor Giraffo e Trottolino. Il tappeto blu diventa il mare aperto e via, comincia il grande viaggio, dopo il saluto malinconico, con tanto di fazzoletto, della mamma. Il bimbo birbone, prode, temerario, impavido e coraggioso, ama i pericoli e le sfide, anche se i suoi amici strillano per lo spavento. Nessuno lo può fermare.

Naso dritto al vento, fra tempeste, un luccio ingordo, un gallo naufrago e un’immensa balena (che ricorda Pinocchio), niente può fermare l’intrepido capitano in erba quando è all’opera la sua fantasia, tanto meno la sua rassegnata mamma, che chiama per il pranzo.

Barbro LINDGREN, Bimbo birbone e il viaggio per mare, illustrazioni di Eva Eriksson, prima edizione 8 febbraio 2023, Iperborea, collana I Miniborei, 32 pp.

Ulf Stark (1944-2017)

È stato uno dei più importanti scrittori svedesi per l’infanzia e tra i più amati dai giovani lettori. Pubblicato con successo in tutto il mondo, ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui l’Astrid Lindgren Prize e il Nordic Children’s Book Prize. Iperborea ha pubblicato Sai fischiare, Johanna? (2017), vincitore del Premio Andersen 2018, Il bambino dei baci (2018), Il bambino mannaro (2019), Tuono (2019), Il bambino detective (2019), La grande fuga (2020), Piccolo libro sull’amore (2020), Animali che nessuno ha visto tranne noi (2021) e Ulf, il bambino grintoso (2021).

Stina WIRSEN (1968)

Nata a Stoccolma, è una delle illustratrici più rinomate della Svezia. Ha lavorato come illustratrice professionista sin dalla sua laurea presso la Konstfack University College of Arts, Crafts and Design nel 1992. Con grande esperienza nell’illustrazione di tutti i generi, è nota per i suoi libri per bambini e per i suoi ritratti nel campo della moda.

Barbro LINDGREN (1937)

È una delle autrici di libri per bambini più amate della Svezia. Dal suo debutto nel 1965 ha scritto libri per ogni età, tradotti in oltre 30 lingue. I suoi libri hanno ricevuto numerosi premi svedesi e internazionali. Nel 2014 ha ricevuto l’Astrid Lindgren Memorial Award. Iperborea ha pubblicato Povero AmletoStoria di un signore piccolo piccolo e Bimbo Birbone.

 

Eva ERIKSSON (1949)

Nata a Halmstad, illustratrice e scrittrice, ha illustrato libri di Barbro Lindgren, Ulf Stark, Ulf Nilsson, Viveca Lärn e altri, ottenendo molti riconoscimenti, tra cui il Premio Astrid Lindgren. Dal 2003 al 2012 è stata membro dell’Accademia di Svezia per i Libri per Bambini.

 

Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti. Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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