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Da: Stefania Minghini Azzarello

PARITA’. EUROPA VERDE E PARTITO DEMOCRATICO CHIEDONO LA VALUTAZIONE DI IMPATTO DI GENERE SULLE POLITICHE REGIONALI
Bologna, 04/02/2021 – Silvia Zamboni, Capogruppo di Europa Verde e Roberta Mori, consigliera regionale del Partito Democratico hanno lavorato insieme a un’interrogazione che sollecita la Giunta regionale a dotarsi di strumenti idonei per monitorare l’impatto che la pandemia COVID-19 ha avuto e sta avendo sull’occupazione femminile in Emilia-Romagna. Non solo: più in generale, al di là di ogni considerazione legata alla fase pandemica, le due consigliere chiedono di introdurre stabilmente la “valutazione di impatto di genere” sulle politiche regionali, sulle azioni e sugli investimenti messi in campo trasversalmente nei vari ambiti di competenza, al fine di far emergere l’incidenza che essi hanno a beneficio delle cittadine e dei cittadini emiliano-romagnoli.

“I dati diffusi nella stima provvisoria Istat sul mercato del lavoro in Italia fotografano l’impatto disastroso che ha avuto la pandemia da coronavirus: da febbraio 2020 a dicembre 2020 l’occupazione è calata di ben 426mila unità, nonostante il blocco dei licenziamenti in vigore, ininterrottamente, da metà marzo 2020 e la cassa integrazione Covid-19 estesa quasi a tutti. In questo contesto, a pagare il conto più salato sono state le donne: da dicembre 2019 a dicembre 2020 si sono persi 444mila posti di lavoro, dei quali ben 312mila occupati da donne, le quali vedono anche aumentare il tasso di inattivitàaffermano le consigliere regionali Silvia Zamboni e Roberta Mori -. Nel solo mese di dicembre 2020, su 110mila posti di lavoro andati in fumo, ben 99mila erano occupati da donne. In tutta Europa le restrizioni introdotte a causa della pandemia hanno aggravato lo squilibrio occupazionale esistente, colpendo alcuni settori ad altissima intensità di occupazione femminile, quali sono sanità e servizi alla persona, turismo, ristorazione, moda e cultura, settori che, stando ai dati diffusi dopo la prima fase della pandemia, hanno anche esposto maggiormente le donne al contagio. La femminilizzazione dei settori della cura, dell’assistenza e dell’educazione, che nell’emergenza Covid-19 abbiamo riscoperto essere essenziali, pone l’urgenza sociale di valorizzare il ruolo chiave che le donne hanno esercitato e stanno esercitando. In Emilia-Romagna, terra in cui il gap occupazionale tra donne e uomini è tra i più bassi d’Italia, la pandemia rischia di peggiorare la condizione lavorativa delle donne, soprattutto di quelle in condizioni di precarietà e ad elevato rischio di espulsione dal mercato. Alla Giunta regionale, però, chiediamo non solo di monitorare l’impatto che il COVID-19 ha avuto e sta avendo sul lavoro femminile in Emilia-Romagna, ma anche di guardare avanti, oltre l’emergenza sanitaria: riteniamo infatti necessario introdurre stabilmente la valutazione di impatto di genere sulle politiche regionali, sulle azioni e sugli investimenti messi in campo trasversalmente nei vari ambiti di competenza al fine di far emergere l’incidenza che hanno a beneficio delle cittadine e dei cittadini emiliano-romagnoli. Bisogna agire subito e in maniera sistematica per rendere la parità di genere un elemento trasversale di ogni nostra azione politica”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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