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La nostra intervista al candidato sindaco per Ferrara del Movimento 5 stelle, Ilaria Morghen [leggi], ha suscitato interesse e varie considerazioni. Riportiamo qua quelle espresse da un lettore che esprime circostanziate riserve in ordine ai meccanismi di organizzazione interni al movimento.

1) Alla domanda “La sua candidatura è stata per tutti una sorpresa. Lo è stata anche per lei?” la Morghen risponde “In un certo senso sì, solo dallo scorso autunno sono attivista del meetup Grilli estensi e di recente sono stata selezionata dagli iscritti e poi designata per questo ruolo“. Le affermazioni della Morghen contrastano con quelle che la medesima aveva rilasciato nell’intervista pubblicata sul Resto del Carlino sabato 5 aprile 2014 a pag. 7: allora la Morghen aveva affermato di non essere stata scelta tramite una consultazione di tutti gli iscritti al meetup Grilli Estensi (450 persone) ma solo da 40 persone. La candidata grillina aveva anche affermato che questo piccolo gruppo di 40 persone si era auto-delegato in rappresentanza di tutti i 450 iscritti al meetup Grilli Estensi che, tra l’altro, non sono mai stati consultati in merito all’elezione del candidato sindaco. L’elezione della Morghen infatti ha dato adito a dubbi, perplessità e accuse di poca trasparenza come risulta anche dalla lettera pubblicata dal Resto del Carlino in data 8 aprile 2014 pag. 10. Si nota inoltre che Morghen risulta essersi iscritta al meetup dal 9 gennaio 2014 e non dallo scorso autunno (vedi sito meetup grilli estensi)

2) Alla domanda “Ma se lo spirito è quello della condivisione e del confronto come si giustificano le epurazioni dei dissidenti dal movimento?” la Morghen risponde “Sono mistificazioni della stampa. Grillo e Casaleggio non si sentono mai, al punto anzi da farci desiderare qualche loro consiglio. I gruppi dirigenti sono lasciati liberi di decidere senza condizionamenti“. Nel Movimento 5 Stelle non esiste un gruppo dirigente perchè non è un partito ma un movimento di liberi cittadini e rappresenta una piattaforma ed un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it. Il nome del MoVimento 5 Stelle viene abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso dello stesso. E’ quindi Beppe Grillo a concedere e a revocare l’uso del nome e del simbolo del movimento (leggi il regolamento).

3) All’affermazione “La sensazione però è che ci sia scarsa tolleranza per le opinioni non allineate” la Morghen risponde “E’ così quando sono espressione di ambizioni personali. Ci sono norme etiche di comportamento che vanno rispettate. Aderire è una libera scelta, prima di diventare attivisti si è sottoposti a un periodo di osservazione. Una volta dentro, le regole vanno onorate”.
I regolamenti interni del meetup Grilli Estensi (il “Regolamento attivisti” è stato “stranamente” rimosso dal sito del meetup – vedi link) sono stati approvati solo a partire dall’ottobre 2013, ben 8 anni dopo la sua fondazione (26 settembre 2005). In questi 8 anni, in assenza di qualsiasi regolamentazione scritta, come è stato gestito il meetup? I regolamenti interni non sono stati approvati mediante una consultazione di tutti gli iscritti al meetup (attualmente 475) ma solamente da parte una piccola cerchia di poche decine persone che si sono autodefinite “attivisti” e che li hanno imposti di fatto all’intero meetup (infatti, come può vedere in fondo alla pagina del regolamento allegato, risulta che alle votazioni hanno partecipato solo poche decine di persone e non risulta da nessuna parte che siano stati convocati tutti gli iscritti al meetup). Oltre a tutto questo, al fine evitare l’ingresso di persone scomode, (molto democraticamente) gli stessi attivisti hanno stabilito che l’aspirante attivista è tenuto ad effettuare due mesi di prova per poi venire confermato o no a completa discrezionalità della stessa assemblea degli attivisti (“I nuovi attivisti passeranno 2 mesi di prova dopo di che verranno valutati nell’assemblea attivisti che deciderà se confermarli oppure no” vedi paragrafo “attivisti“). Non si capisce in base a quali criteri di valutazione l’aspirante attivista possa essere giudicato idoneo oppure no, sembra proprio un sistema poco trasparente architettato ad hoc al fine di impedire che possano diventare attivisti persone non allineate con le posizioni espresse dalla maggioranza. A tal proposito si ricorda che lo scorso novembre all’interno del meetup ci sono state espulsioni di attivisti dissidenti con modalità alquanto discutibili.
Lettera firmata – Ferrara

Gentile lettore,
rispettiamo la richiesta di non divulgare la sua identità e pubblichiamo la lettera che ci pare contenga spunti degni di riflessione. Nel merito delle osservazioni da lei svolte io posso rispondere solo a ciò che espone al punto 1. Nell’intervista – come è prassi – riporto in sintesi quanto con maggiore dovizia di particolari mi è stato riferito. Per quanto concerne le modalità della nomina a candidato sindaco, Ilaria Morghen ha parlato di una consultazione generale fra tutti gli iscritti, dalla quale è scaturita l’indicazione di due figure. Fra di esse, la scelta è stata compiuta da un gruppo ristretto, composto da quarantina di attivisti, a suo dire designati dall’assemblea appunto per dirimere questa sorta di ballottaggio.
A riguardo della data di iscrizione la Morghen ha affermato di avere cominciato a prendere attivamente parte al meetup ‘Grilli estensi’ dallo scorso autunno. E ha anche parlato di un periodo di “osservazione”, preliminare alla formalizzazione del ruolo di “attivista”. Dal sito del meetup ho in effetti verificato che in data 10 gennaio ci sono le felicitazioni per il suo ingresso. Considerando che l’autunno termina il 20 dicembre, anche formalmente siamo lì…

Le questioni che lei affronta ai punti 2 e 3 andrebbero invece direttamente poste a Ilaria Morghen e agli attivisti del meetup.

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Riceviamo e pubblichiamo


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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