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La visione pittorica e figurativa è sempre molto presente nell’opera narrativa di Giorgio Bassani. L’amore dello scrittore per gli artisti contemporanei è testimoniato anche dal fatto che ha sempre scelto le immagini da mettere sulle copertine dei suoi libri tra alcune delle opere dei pittori a lui più cari. Ecco allora che nella ricorrenza dei vent’anni della morte, il critico d’arte Lucio Scardino mette insieme opere che rappresentano la città e il territorio di Ferrara, luoghi e scorci che tornano ricorrenti in tutti i testi dell’autore del “Giardino dei Finzi Contini”.

Copertine delle edizioni originali di Bassani alla libreria Eccelibro di Ferrara (foto GioM)

“Paesaggi ferraresi” è il titolo della rassegna espositiva al via da venerdì 21 febbraio 2020 alla galleria Mediolanum (via Saraceno18/24, Ferrara) dove rimarrà visitabile fino a martedì 31 marzo 2020.
Trenta opere che spaziano dal 1990 al 2020, tra le quali si alternano autori che hanno conosciuto personalmente lo scrittore, come Longanesi, Cattabriga, Vallieri, Quilici con altri che comunque in qualche modo hanno condiviso gli stessi luoghi e tempi protagonisti all’interno delle sue pagine.

“Ferrariae Castrum” di Mimì Quilici Buzzacchi (1927)

Si parte dai primissimi anni del secolo scorso con una visione del Po dipinta a Pontelagoscuro da Augusto Droghetti, per proseguire con la visione aulica del castello estense resa dall’incisione di Mimì Quilici Buzzacchi per arrivare fino alla visione quasi fotografica di Nicola Nannini con Notte e piccolo ponte (2018) e alla versione tutta contemporanea del giovane Lorenzo Romani con Parco Bevilacqua Massari oppure Finzi Contini? realizzata in questo inizio di anno 2020.

Castello di Ferrara di Remo Brindisi (1985)

Come Scardino sottolinea nel testo critico che accompagna la rassegna, “Bassani ebbe molto interesse per la pittura moderna e – oltre agli amatissimi Morandi e Cavaglieri, apprezzati assieme a numerosi artisti stranieri – conobbe, o almeno sfiorò, vari pittori ferraresi”. L’esposizione si avvale per la maggior parte dei dipinti prestati dal collezionista Pietro Macalli.
Per chi abbia voglia di rivedere le scelte figurative che hanno scandito le edizioni letterarie di Giorgio Bassani basta fare qualche passo fino alla libreria Eccelibro, sempre a Ferrara sulla stessa via Saraceno al civico 34, dove proprio in questi giorni in vetrina sono esposti i libri originali, pubblicati dallo scrittore ferrarese tra il 1962 e il 1972. Sulla copertina della prima edizione del Giardino dei Finzi-Contini (1962) edito da Einaudi campeggia il dipinto Nu couché di Nicolas De Staël. A illustrare la sovracoperta della prima edizione de L’odore del fieno edita da Arnoldo Mondadori nel 1972 c’è invece un particolare di “Angolo tranquillo” di Giacomo Balla, 1946. Un dipinto di Francis Bacon, infine, per “L’airone”, edito sempre da Mondadori nel 1968.

Veduta delle Mura di Ferrara di Giorgio De Vincenzi del 1924

Nella locandina della mostra di “Paesaggi ferraresi” è riprodotta una Veduta delle Mura di Ferrara di Giorgio De Vincenzi del 1924. Il quadro – racconta Scardino – era esposto nella casa del nonno materno di Bassani, e lui ancora ragazzino l’aveva davanti agli occhi ammirare ogni volta che andava a casa del clinico Cesare Minerbi.

“Paesaggi ferraresi” a cura di Lucio Scardino in occasione del ventennale della morte di Giorgio Bassani, galleria Mediolanum, via Saraceno18/24, Ferrara, da venerdì 21 febbraio 2020 fino a martedì 31 marzo 2020, orari dal lunedì al venerdì 9-13 e 15-19. Ingresso libero

 

Nell’immagine di apertura: il dipinto “Sul Po” di Augusto Droghetti (1900 ca)

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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