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Si terrà venerdì 17 dicembre a partire dalle ore 19.00 presso il circolo ARCI Bolognesi di Ferrara (Piazzetta San Nicolò, 6) l’evento “Nutrire le speranze dei popoli del deserto. La cooperazione italiana nei campi profughi Saharawi” nell’ambito dell’edizione 2021 del Festival dei Diritti di Ferrara con il contributo della Regione Emilia-Romagna promosso da Nexus Emilia Romagna, Cgil Ferrara, Arci Ferrara APS, Circolo Arci Bolognesi.

All’evento verranno esposti alcuni dei risultati di diversi progetti sviluppati negli anni a partire da “Alimenti e formazione: sostegno alle associazioni di donne per una produzione alimentare alternativa, sostenibile e generatrice di reddito” cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna e attuato da Nexus Emilia Romagna nei campi profughi Saharawi che mira a contribuire al miglioramento della sicurezza alimentare, dello stato nutrizionale e in generale delle condizioni socioeconomiche della popolazione Saharawi, e in particolare della componente più vulnerabile (donne, giovani e minori) dei distretti di Smara, Bojador, Auserd e Aaiun.

Il programma si inserisce in naturale continuazione con le azioni e i risultati ottenuti dal 2017, grazie ai progetti: “Cibo e Lavoro: auto-produrre con dignità” cofinanziato dal Ministero Affari Esteri Italiano e “Cucine Resilienti: appoggio alle associazioni di donne per la produzione, conservazione e commercializzazione di alimenti” cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna.
Il programma dell’evento di venerdì 17 al Circolo Bolognesi prevede, dopo i saluti istituzionali della Regione Emilia-Romagna, gli interventi di Sara Di Lello veterinaria, responsabile progetti campi profughi saharawi per Nexus Emilia Romagna, Africa70 e VSF Italia, Gianluca Diana giornalista espeaker radiofonico, Gilberto Mastromatteo giornalista e videomaker, Caterina Lusuardi presidente di Jaima Sahrawi ODV, direttivo Rete Saharawi.
In collegamento dai campi profughi Saharawi, Fatma Mahfud rappresentante del Fronte Polisario in Italia. Modera: Mattia Antico ARCI Ferrara APS.
A seguire, proiezione del mediometraggio “Il muro. La ferita del Sahara”, di Fiorella Bendoni e GilbertoMastromatteo, aperitivo e DJ set a cura di Gianluca Diana. Podcast a cura di Web Radio Giardino.

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Riceviamo e pubblichiamo


Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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