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Da: Ufficio stampa edizioni la carmelina

Sabato 9 marzo alle ore 18.00 presso l’Hangar Birrerie, ultimo nato all’interno del Consorzio Factory Grisù in via Poledrelli 21 e Domenica 10 marzo alle ore 18.00 presso il Centro Promozione Sociale “Acquedotto” in Corso Isonzo 42/A, prenderà avvio il nuovo evento letterario e musicale “Aperitivi culturali”.
Dalla serata di sabato, a scadenza mensile, verranno proposti una serie di quattro incontri in locations diverse, nei quali la narrazione sarà accompagnata dalle note musicali di giovani strumentisti.
Nella cornice della nuova birreria inaugurata pochi giorni fa, lo scrittore Dario Gigli, fresco di stampa con il suo ultimo romanzo “La fabbrica di plastica” e l’editor de “La Carmelina Edizioni” Federica Panzera, omaggeranno la donna attraverso un viaggio nella Letteratura e nella Musica che porterà lo spettatore a conoscere nuove sfumature di quattro profili di donne che hanno segnato profondamente la Storia.
Sulle note del pianoforte del musicista Federico Rubin e dei flautisti Veronica Rondella, Giulia Pareschi, Ilaria Broggio, Maddalena Bertelli, Antonio Montecalvo e Giulia Maccagnini, l’evento è organizzato da “Flauto&Variazioni” Ferrara in collaborazione con “Autori a Corte-Presentazioni letterarie con degustazione”e “Luciana Tufani Editore”.
La scelta della location non è casuale, in quanto molteplici eventi dell’estate ferrarese tra cui “Autori a Corte”-organizzato da “Edizioni La Carmelina”- avvengono nel cortile del Giardino Creativo della Factory Grisù.
Lo scrittore Dario Gigli porterà lo spettatore in un viaggio tutto al femminile, partendo dalla narrazione del reperto A.L. 288-1 comunemente identificato come “Lucy”, passando per l’età classica in Alessandria d’Egitto con la figura della filosofa ed astronoma Ipazia, per arrivare alla figura di Violeta Parra, cantautrice, poetessa e pittrice cilena e terminando con la figura di una bambina diventata donna durante l’olocausto, Anna Frank. Su quest’ultima, Federica Panzera interverrà legandosi al nuovo libro di Cetty Muscolino “Quando scrivevo ad Otto Frank” (La Carmelina Edizioni).
Grazie all’organizzazione e all’accompagnamento musicale dagli allievi dell’Accademia “Flauto&Variazioni”, fondata dai flautisti Emmanuela Susca e Filippo Mazzoli, lo spettatore potrà godere di un nuovo format che intende promuovere la cultura sotto un altro punto di vista.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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