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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Si sono aperti oggi, lunedì 6 giugno, presso il Dipartimento di Economia e Management, (via Voltapaletto, 11), i lavori del workshop internazionale Distributed Computing Architectures and Environmental Science Applications, che vede riuniti a Ferrara per una settimana, scienziati provenienti da Francia, Belgio, Vietnam e Tailandia nell’ambito del progetto Europeo TORUS. Si tratta del secondo di una serie di workshop che si terranno nel biennio 2016-2018.

“I partecipanti – spiega Eleonora Luppi, professoressa del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife e coordinatrice locale del progetto – discuteranno le linee di intervento per lo sviluppo di nuove tecnologie basate su cloud computing e big data management, per la gestione e l’analisi della grande quantità di dati provenienti da fonti diverse quali immagini satellitari o dati da reti di sensori, necessari allo studio integrato dei diversi fenomeni che riguardano le scienze ambientali”.

“Ambizione del progetto TORUS – spiega Dominique Laffly, docente dell’Università di Tolosa, responsabile del progetto – è dare impulso allo sviluppo di nuove tecnologie di calcolo per le scienze ambientali in un contesto multidisciplinare e transdisciplinare e di promuoverne l’utilizzo nei paesi del sud-est asiatico”.

Luca Tomassetti e Fabio Schifano del Dipartimento di Matematica e Informatica di Unife portano le proprie conoscenze di esperti di calcolo scientifico ad alte prestazioni, Eleonora Luppi la propria pluriennale competenza nell’elaborazione di grandi quantità di dati complessi e Paolo Ciavola del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, le propria esperienza nelle applicazioni per la previsione e la gestione dei disastri naturali.

Al progetto partecipa anche la MEEO di Ferrara, azienda che si occupa dello sviluppo di prodotti e servizi basati su reti di sensori ambientali e immagini satellitari per lo studio del sistema Terra-Atmosfera.

“Uno degli aspetti interessanti di questo progetto – conclude Roberto Calabrese, Direttore del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra – è il coinvolgimento delle diverse aree scientifiche del nostro dipartimento, visto che vi partecipano sia fisici sia scienziati della terra coinvolti per la prima volta in un progetto comune. Spero che questo sia il primo di molti altri.”

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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