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da: ufficio stampa Cus Ferrara

Supera una selezione durissima e si piazza al sesto posto su 18 società partecipanti la sezione Nuoto del Cus che al XV meeting Città di Ravenna riservato alla categoria Esordienti e disputatosi a fine aprile, ha totalizzato la bellezza di 125 punti a fronte di quattro ori, due argenti e tre bronzi. Nel dettaglio sono arrivati primi: Elena De Carli (50 dorso categoria B1) in 43’’13,
Dario Polastri (100 stile libero A) in 1’07’’44, Mirko Gonelli (100 farfalla) 1’15’’31, Dario Polastri (200 stile libero A1) in 2’20’’66. Secondi: Mirko Gonelli (200 misti A1) 2’52’’12, Dario Polastri (100 dorso A1) 1’16’’73. Terzi: Mirko Gonelli (100 stile libero A1) 1’09’’80, Gaia Ventura (100 rana) 1’26’’53, Dario Polastri (50stile libero) 31’’27. Quarti: Marghertia De Carli (100 dorso A2) 1’18’’57, Mirko Gonelli (50 stile libero A1) 31’’49, staffetta 4×50 misti composta da Balboni-Moretto- Gonelli-Zanella 2’16’’22. Quinti: Francesco Balboni (100 dorso A2) 1’14’’61, Tommaso Rivelli (100 farfalla A2) 1’23’’79, Andrea Garbellini (100 rana A1) 1’13’’54, Matteo Zanella (50stile libero A2) 29’’23. Sesti: Elena De Carli (100 stile libero B1) 1’31’’94, Alessio Gianchedi (100 rana A2) 1’25’’45, staffetta 4×50 misti A femminile con De Carli-Gulmini-Ventura-Santarelli 2’31’’28. Settime: Agnese Gulmini (200 misti A2) 3’00’’57, Gaia Ventura (100 farfalla A2) 1’21’’69, Elena De Carli (50 stile libero B1) 40’’33, Jacopo Celeghini (100 dorso A1) 1’22’’73. Ottavi: Matteo Zanella (100 dorso A2) 1’16’’74, Nicola Moretto (400 rana A2) 1’25’’64, Emma Ambroso (50 stile libero B2) 36’’76. Arrivati nei primi dieci: Matteo Zanella (9° nei 100 stile libero A2) 1’06’’24, 10° Giuseppe Pieraccini (200 misti A1) 3’05’’23, Emma Ambroso (100 stile libero) 1’22’’60, Margherita De Carli (100 stile libero A2) 1’12’’75 e nei 50 stile libero 32’’75, Tommaso Rivelli (100 stile libero A1) 1’13’’08, Agnese Gulmini (100 rana A2) 1’34’’63, staffetta 4×50 misti B F1 ha nuotato in 3’16’’10 ed è stata composta da De Carli-Caprini-Ambroso-Garuti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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