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Non Una di Meno Mugello

organizza

con il Comitato in Difesa dell’Ospedale del Mugello e della Sanità Pubblica Territoriale

la manifestazione “In difesa della sanità pubblica e della sua qualità”

del 23 Novembre a Borgo San Lorenzo alle ore 16,00,

con concentramento davanti all’ospedale

Verso il 25 Novembre: Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e di genere

Non Una di Meno chiama la marea in piazza, quest’anno in due città: Roma e Messina
La rabbia sale contro la violenza che evidentemente non è un fenomeno emergenziale, ma strutturale e in continuo aumento, in più campi. Dall’inizio dell’anno sono stati registrati più di 80 casi di femminicidi e transicidi, a cui si aggiungono, di quelli noti, almeno 12 tentati femminicidi e numerose aggressioni omolesbobitransfobiche e razziste.
Oltre alla violenza domestica, negli ultimi mesi si sono susseguiti diversi casi di violenze sessuali che sono state narrate dai media con toni e linguaggi che spettacolarizzano e colpevolizzano costantemente chi la violenza la subisce, per non parlare delle molestie sul posto di lavoro, che sono spesso sottovalutate.
Il governo ha prodotto un’opposizione a questi fenomeni solo formale, strumentalizzando gli stupri di Palermo e Caivano e militarizzando il linguaggio e i territori considerati “problematici”, invece di eliminare povertà e degrado sociale.
Lo stesso governo che ha portato avanti un attacco spietato alle famiglie omogenitoriali, ai percorsi di affermazione di genere e più in generale alle esistenze delle persone LGBTQIA+ per cui l’Italia, ancora oggi, non garantisce diritti e tutele minime.
Ma la violenza si perpetua anche con la chiusura dei servizi e questo purtroppo è diventato strutturale, anche nel nostro territorio.
I consultori sono chiusi o depauperati e comunque non riescono a rispondere alle esigenze delle persone (vedi ad esempio il consultorio giovani), così come l’oncologia chirurgica dell’apparato femminile, che è stata totalmente centralizzata a Firenze.
Anche per questo abbiamo deciso di organizzare, insieme al Comitato in difesa dell’ospedale del Mugello e della sanità pubblica territoriale, questa manifestazione, in difesa di servizi sanitari pubblici di qualità.
Nel Mugello abbiamo perso o sono state ridotte molte specialistiche: urologia, ginecologia oncologica, chirurgia della mammella oncologica, parte dell’offerta delle cure oncologiche, dell’audiologia, dell’oculistica e dell’ortopedia.
Questo costringe le persone a fare anche più di 70 km per una prestazione sanitaria, o a rinunciare talvolta alle cure (anche a causa dei tiket), o a rivolgersi al privato (se se lo possono permettere). Sembra che si utilizzino le liste di attesa per convenzionare o esternalizzare i servizi, rendendo il pubblico sempre più povero e incapace di rispondere ai bisogni dei cittadini.
Non ci sono ad oggi assunzioni sufficienti per garantire i servizi (vedi ad esempio la neuropsichiatria infantile).
Si continua con contratti a gettone o in somministrazione (tutte modalità che non assicurano la strutturazione di un servizio), perpetuando le politiche di convenzione, di esternalizzazione e razionalizzazione: tutte politiche sanitarie che stanno portando piano piano all’impoverimento del nostro Sistema Sanitario Pubblico!
Ma è l’ora di dire BASTA!
Questa politica non è casuale, ma possiamo definirla come una violenza patriarcale fatta di potere, di paura, di divisione, che sta distruggendo tutto lo stato sociale e che in questo caso tocca un aspetto fondamentale della nostra vita: la nostra salute.
A livello governativo si sono diminuite le tasse ai grandi redditi, contravvenendo alla norma costituzionale di solidarietà su chi più ha, più contribuisce, ma a quale pro?

Rinunciare alla sanità pubblica? Andare verso un sistema mutualistico?
Si continua a parlare di numeri, di eccellenze, ma nel nostro territorio le eccellenze ce le stanno togliendo, una ad una!
Nel nostro ospedale, inoltre, dopo anni di promesse non sono ancora partiti i lavori di adeguamento sismico.

NON POSSIAMO PIÙ STARE IN SILENZIO!
DOBBIAMO AGIRE!

Non possiamo permetterci l’immobilità e dobbiamo organizzarci.
Per questo vi invitiamo alla
MANIFESTAZIONE di GIOVEDI’ 23 NOVEMBRE 2023 alle ore 16,00,
con concentramento davanti all’ospedale di Borgo San Lorenzo.
Per dire NO alla violenza patriarcale,
dettata dalle leggi del profitto e del capitale sui servizi sanitari

Non Una di Meno Mugello
Immagini della manifestazione: foto di Marina Carli.
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Riceviamo e pubblichiamo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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