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Da: Cecilia Roversi, Madeeventi

Una doppia anima – ferrarese e ravennate – per garantire voce a tutti gli operatori

COMACCHIO. E’ da poco stata eletta la Consulta del Parco del Delta del Po Emilia-Romagna, in occasione dell’assemblea del Comitato Esecutivo del Parco.
Il Parco del Delta del Po Emilia-Romagna, in un’ottica di tutela e valorizzazione della sua doppia anima ferrarese e ravennate, ha scelto di nominare un rappresentante per città di ciascuna categoria prevista, anche se il regolamento non lo avrebbe richiesto d’obbligo. Una scelta che permetterà di dare voce a davvero tutti gli operatori coinvolti.
La Consulta prevede almeno un rappresentante di: organizzazioni sindacali, associazioni ambientaliste, associazioni agricole, associazioni culturali e sociali, categorie dell’artigianato, commercio, del turismo e della pesca. A far parte della Consulta saranno quindi Fabrizio Tassinati (CGIL Ferrara) e Davide Monti (CGIL Ravenna), Leonardo Uba (UIL Ferrara) e Daniela Brandino (UIL Ravenna), Leonardo Bentivoglio (CIA Ferrara) e Danilo Donati (CIA Romagna), Riccardo Monzardo (Confagricoltura Ferrara) e Maurizio Milanesi (Confagricoltura Ravenna), Leonardo Fanton (Coldiretti Ferrara) e Assuero Zampini (Coldiretti Ravenna), Antonio Tomasi (Legambiente circoli di Comacchio, Ravenna e Cervia), Sergio Caselli (Legacoop) e Vadis Paesanti (Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna) Paolo Cirelli (Confartigianato Ferrara), Gianfranco Vitali (Confcommercio Ferrara), Sabrina Bulgarelli (WWF Ferrara) e Giovanni Gabbianelli (FAI Ravenna).
E’ importante sottolineare come la Consulta del Parco sia un organo di rilievo che ha sede presso la Comunità del Parco a Comacchio, convocata almeno due volte all’anno dal delegato della Comunità del Parco – Andrea Marchi – nell’ambito del Comitato Esecutivo, che la presiede. La Consulta esprime il proprio parere obbligatorio, ma non vincolante, riguardo a:
Proposta del Piano e del Regolamento del Parco,
Proposta di accordo agro-ambientale del Parco presso la quale è istituita;
I progetti di intervento particolareggiato del Parco presso il quale è istituita;
Altri atti di particolare rilevanza per i quali il Presidente ritenga di dover acquisire il parere della Consulta.
Una scelta, quella del Parco di fare questa nomina “doppia” per ciascuna categoria, che rende chiara la politica di inclusione che si vuole perseguire, in un’ottica di grande rispetto di tutte le parti ed i territori coinvolti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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