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da: organizzatori

Imperial Fashion e l’Università di Bologna assieme per una riflessione a tuttotondo sul settore moda, eccellenza del Made in Italy. Un faccia a faccia tra l’accademia e il mondo imprenditoriale per scoprire quali innovazioni accompagnano e valorizzano la creatività degli stilisti.

Imperial Fashion, azienda italiana leader nel comparto fast fashion ha rinvigorito la partnership con l’Università di Bologna in occasione di ReUniOn, la tre giorni organizzata dall’Alma Mater dal 19 al 21 giugno per riunire da tutto il mondo i laureati dell’Ateneo bolognese.

Nel fitto calendario di appuntamenti in programma a Bologna, la giornata di sabato 20 giugno 2015 ha visto protagonista l’azienda Imperial all’interno della Tavola Rotonda “MODA 3.0 E FAST FASHION: IL PROCESSO CREATIVO INCONTRA LE NUOVE TECNOLOGIE”.

Un talk live moderato da Francesca Lancini , esperta giornalista RAI e conduttrice televisiva.

Un video dirompente, interpretazione della vena creativa di Imperial, ha aperto la tavola rotonda che si è tenuta nella Sala degli Atti presso Palazzo Re Enzo a partire dalle 1. Ad inaugurare il talk è stata la domanda “Come si fa a passare dall’idea all’industria?”.
Una prima risposta è arrivata da Adriano Aere, Fondatore e Presidente di Imperial, il quale dopo aver spiegato il DNA di Imperial e la sua collaborazione con l’Università di Bologna, è stato affiancato da Fabio Vitali, Professore Associato Confermato del Dipartimento di Informatica — Scienza e Ingegneria che ha raccontato il “Creative lab”, progetto ideato in sinergia con l’Alma Mater per valorizzare i migliori talenti di domani coinvolgendo il Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria (DISI), il Dipartimento di Ingegneria Industriale (DIN), il Dipartimento di Scienze Aziendali (DISA) e l’Area Ricerca e Trasferimento tecnologico dell’Ateneo.
In particolare, Vitali ha voluto enfatizzare come esista attualmente un investimento globale, e di grande entità, sulle capacità culturali e scientifiche dell’Ateneo Bolognese.
Imperial ha voluto investire su questo Know-How, sapendo che solo attraverso la coltivazione di nuovi talenti e sviluppo di progetti innovativi sia possibile ottenere risultati significativi in termini di cultura, ricerca e occupazione.

Ma quali sono questi progetti che possono concretamente aiutare la crescita del comparto moda e delle sue aziende? Il parterre presente è stato guidato nel dettaglio di alcune aree tematiche che hanno spiegato le sinergie tra moda e tecnologia da Francesca Tomasi, Ricercatore confermato Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Alma Mater Studiorum, che ha descritto alcuni tra i progetti più significativi che rivoluzioneranno il mondo della moda per portarla verso una MODA 3.0.
La Tomasi ha parlato di digital humanities, ovvero di come le nuove tecnologie offrano ai giovani professioni innovative una volta legate al campo della cultura e dell’editoria. E se i social media diventano così fondamentali nel targeting e profilazione nella moda; l’arte si evolve nelle prototipazioni virtuali in 3D. Ma la tecnologia nel comparto moda diventa l’elemento chiave anche nella ricerca di nuovi tessuti, nel managing d’azienda e nella creazione di innovativi modelli di business.
Ne è ben consapevole Adriano Aere per il quale la tecnologia è stata da sempre un partner fondamentale nello sviluppo dell’azienda e che declinata nel progetto Creative Lab diventa terreno fertile per la creazione di innovative start up.

La parte conclusiva è stata l’occasione per Adriano Aere e Giovanni Matteucci, Professore ordinario e Direttore Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell’Alma Mater di fare una riflessione condivisa sulla necessità di creare un know how sempre più specializzato, finalizzato allo sviluppo della tecnologia e della moda stessa per aumentare la competitività aziendale e del Sistema Paese più in generale.

Matteucci ha posto così l’accento sulle caratteristiche del sistema moda-un complesso processo creativo che deve tradursi in concreto processo produttivo ed economico – e le implicazioni che esso richiede in termini di “saperi”.

Le componenti che rispondono così alla domanda iniziale “Come si fa a passare dall’idea all’industria?” sono tre: l’aspetto economico-aziendale (per garantire l’efficacia produttiva e commerciale), la componente simbolico-immateriale (per determinare il valore di un brand e interpretare tendenze in atto) e la componente tecnologica (oggi particolarmente cruciale e in forte evoluzione in un triplice ambito: creativo, produttivo e comunicativo).

Compito dell’Università è quello dimettere in discussione i propri schemi per inventare nuove forme di trasmissione dei saperi interessati, che non mortifichino con dottrine prestabilite la realtà metamorfica del sistema moda, ma coadiuvino gli operatori del settore a progettare il proprio sviluppo.
Fondamentale dunque la collaborazione con Imperial nella realizzazione del Creative Lab, luogo di incontro tra sperimentazione e didattica.

Commenta a tal proposito Adriano Aere, Presidente di Imperial: “Abbiamo accettato con grande entusiasmo l’invito dell’Alma Mater a ReUniOn perché riteniamo che sia una grande opportunità per tutti i laureati e laureandi di questo prestigioso Ateneo.
La tavola rotonda che ci ha visto protagonisti sabato 20 giugno ha avuto come principale obiettivo quello di dare al pubblico presente un’ampia visione del rapporto tra moda e tecnologia e di sottolineare come questa sinergia sia fondamentale per supportare il sistema imprenditoriale di uno dei comparti chiave del Made in Italy. Per progredire il nostro Paese ha bisogno di investire in nuovi talenti in grado di utilizzare un know how altamente specializzato.
L’università di Bologna è per noi un partner chiave in tal senso in quanto attraverso il progetto Creative lab abbiamo dato vita ad uno scambio di conoscenza che ci consentirà da un lato di incrementare la competitività della nostra azienda e dall’altro, permetterà al nostro territorio di esprimersi al meglio attraverso i nuovi professionisti di domani ”.

Imperial Fashion, fondata nel 1978 da Adriano Aere ed Emilia Giberti, rappresenta oggi una delle aziende di riferimento del Fast Fashion in Italia.
All’Azienda Imperial fanno oggi capo due marchi, Imperial e Please che convivono nei multimarca del gruppo ma si avvalgono per il resto di staff creativi e distribuzione indipendenti.
Con un fatturato 2014 di 207 milioni di Euro, grazie anche all’acquisizione della maggioranza di Dixie avvenuta un anno fa, Imperial oggi esporta circa il 50% degli oltre 8 milioni di capi prodotti in un anno fra Europa e Asia.

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