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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Memoria e storia del ‘900, via libera alle domande per il sostegno a progetti e iniziative di valorizzazione e divulgazione

Richieste dal 20 febbraio al 20 marzo. Possono partecipare associazioni senza fini di lucro, Comuni e Unioni di comuni. Le domande dal 20 febbraio al 20 marzo sulla piattaforma Sfinge cultura

Bologna- Al via le domande per chiedere un sostegno a progetti e iniziative di valorizzazione e divulgazione della Memoria e della Storia del Novecento, in applicazione della legge regionale n.3/2016, che ha l’obiettivo, attraverso le varie iniziative, di creare una memoria collettiva di quanto accaduto e di dare alle generazioni future la capacità di sviluppare una cittadinanza consapevole e attiva, oltre al saper riconoscere, attraverso i fatti storici, i processi che allontanano dalla vita civile. A sostegno dei progetti la Regione mette a disposizione 350mila euro.

Possono fare domanda alla Regione associazioni senza fini di lucro, Comuni e Unioni di comuni per progetti di dimensione sovralocale, tenendo conto in particolare dell’ambito regionale e dei rapporti con le vicende storiche internazionali relative alle tematiche della legge.

Approvata nel marzo 2016, la legge regionale n.3/2016 promuove e sostiene attività e progetti mirati alla ricerca e alla divulgazione, ai fini della conoscenza dei fatti e avvenimenti storici avvenuti nel corso del Novecento sul territorio emiliano-romagnolo. Avvenimenti, persone, luoghi, processi storici e le relative trasformazioni che hanno segnato la storia della nostra Regione, nei confronti di quali è avvertita la necessità di conservare la memoria storica e trasmetterla alle nuove generazioni, congiuntamente ad una ricerca aggiornata, corredata da approfondimenti. Una legge unica nel panorama della legislazione esistente in Italia in questo ambito e che intende promuovere non solo ricerche e approfondimenti storici ma anche progetti culturali e artistici in senso ampio, che affrontino, anche attraverso linguaggi diversi, avvenimenti e tematiche storiche.

La domanda di contributo dovrà essere presentata esclusivamente tramite l’applicativo Sfinge Cultura, seguendo le modalità e la procedura illustrata nelle Linee guida, e dovrà essere effettuata tra le ore 10 del 20 febbraio e le ore 15 del 20 marzo 2018.Per la presentazione della domanda farà fede la data registrata dal sistema all’atto dell’invio.

L’Avviso, approvato con delibera della Giunta regionale (n. 155 del 05/02/2018), è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale n. 29 del 12 febbraio 2018.

Per informazioni: MemoriaDelNovecento@regione.emilia-romagna.it

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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