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Da: Confcooperative Ferrara.

Confcooperative Ferrara si presenta il 10 febbraio prossimo all’Assemblea congressuale, appuntamento che ogni quattro anni prevede il rinnovo degli organi elettivi, ad iniziare dalla carica di presidente. Il congresso – al quale sono accreditati oltre 150 delegati in rappresentanza delle associate – sarà un importante momento di verifica e di confronto, e di bilancio di un quadriennio rivelatosi molto significativo. Ma per Confcooperative sarà anche l’inizio di un mandato con importanti cambiamenti relativi alla governance e all’organizzazione.

Dopo i saluti iniziali del Sindaco di Ferrara Alan Fabbri e Gian Carlo Perego Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, la relazione di Roberto Crosara attuale presidente di Confcooperative Ferrara.

“Il titolo dell’assemblea congressuale ‘Costruttori di bene comune” coglie la missione profonda e il percorso del movimento cooperativo” afferma il Presidente Roberto Crosara “In questi quattro anni Confcooperative Ferrara ha condiviso questa missione, su obiettivi specifici, con alcune delle migliori forze istituzionali, economiche, sociali, religiose e civili della provincia. Sono stati momenti di collaborazione a volte entusiasmanti: il recupero del patrimonio artistico, la rivitalizzazione di comunità in aree interne tramite nuove attività economiche, il recupero del lavoro di disoccupati, la cura di patrimoni ambientali e paesaggistici. Pensiamo che queste buone pratiche debbano “scalare” su una dimensione di cooperazione più ampia e strutturata e con obiettivi più ambiziosi, in particolare l’aumento di attrattività e competitività del nostro territorio, che ne ha un grande bisogno. Per questo, nella nostra tavola rotonda abbiamo invitato il neo-eletto Presidente della Regione Stefano Bonaccini e Presidente di Symbola Ermete Realacci, protagonista recentissimo della Firma del manifesto di Assisi per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica.” continua il Presidente uscente Crosara.

Dopo le testimonianze di tre cooperative del nostro sistema – Alessandro Ciucci, Ape System di Bondeno di recente costituita, Alessandro Menegatti, Work and Service di Comacchio e Michele Mangolini di Casa Mesola di Mesola si terrà la tavola rotonda moderata da Fabrizio Binacchi, giornalista e direttore di Rai Sede Emilia-Romagna. Al tavolo un confronto tra Ermete Realacci Presidente di Fondazione Symbola, Stefano Bonaccini Presidente riconfermato della Regione Emilia-Romagna e Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia-Romagna. L’assemblea pubblica si chiuderà con l’intervento del presidente di Confcooperative Nazionale Maurizio Gardini.

Seguirà la parte riservata ai delegati con la votazione e la proclamazione degli eletti. L’Assemblea si terrà alla Pinacoteca Nazionale di Palazzo Diamanti, alla Sala D’Onore, con inizio alle ore 15.00, registrazione a partire dalle ore 14.30.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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