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Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

Quattro gare ciclistiche in Regione per inaugurare una grande stagione sulle due ruote, dal Giro dell’Emilia alla ‘Coppi e Bartali’. Bonaccini: “Un altro segnale di ripartenza, per un’Emilia-Romagna che vuole continuare a correre”

Si parte il 18 agosto con il Giro dell’Emilia Uomini e Donne, si passa al Memorial dedicato a Marco Pantani e si conclude ai primi di settembre con la Settimana Coppi e Bartali

 Si parte il 18 agosto con il Giro dell’Emilia Uomini e Donne, si arriva i primi di settembre con la “Coppi e Bartali” passando per il memorial dedicato a Marco Pantani.

Scaldano i muscoli i grandi atleti del ciclismo per una stagione delle due ruote che in Emilia-Romagna si annuncia scoppiettante, grazie anche alle quattro importanti gare organizzate dal GS Emilia di Adriano Amici.

Il Giro dell’Emilia Uomini è una delle gare più vecchie del calendario internazionale: la prima edizione si è disputata nel 1909 e nel corso della propria storia ha quasi sempre avuto nella città di Bologna la sua vetrina principale. Dal 1999 si conclude sul colle di San Luca che ne è diventato il simbolo.

Il Giro dell’Emilia Donne Elite è invece una corsa nata nel 2014 con l’intento di proporre un evento di alto livello al pari della prova maschile, e nel corso delle edizioni precedenti ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per guadagnarsi un posto nel gotha del ciclismo. Come la gara maschile si conclude al culmine della salita di San Luca.

E’ dedicato al grande campione romagnolo il Memorial Marco Pantani, gara nata nel 2004, qualche mese dopo la scomparsa del ciclista per celebrarne il ricordo. Il percorso si è sempre sviluppato sulle strade che sono state teatro degli allenamenti di Marco Pantani.

Infine, la Settimana Coppi e Bartali, gara nata nel 2001 e sempre disputata prevalentemente tra Romagna ed Emilia, proponendo in ogni edizione alcune importanti novità toccando diverse tra le località più interessanti del territorio. In questa competizione, Marco Pantani nel 2003 conquistò l’ultimo podio (secondo posto) della propria carriera.

“Quattro gemme in quella che sarà una stagione straordinaria per lo sport in Emilia-Romagna – ha commentato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini -. Proprio nei giorni scorsi abbiamo presentato un nutritissimo calendario di eventi sportivi in cui il ciclismo è tra i protagonisti: con queste gare, a partire dal Giro dell’Emilia, che con questa edizione compie ben 103 anni, dimostra di essere vivo e attuale più che mai in un periodo segnato da una pandemia che ha colpito lo sport come ogni attività, e che proprio nello sport vuole trovare un segnale di fiducia nel futuro unito a passione e divertimento”.
“Chi ama il ciclismo – conclude Bonaccini- sa bene come appuntamenti come questo vengano vissuti, da chi li pratica e chi li segue, non solo come un’occasione di sana competizione agonistica, ma come motivo di socialità e di valorizzazione della tradizione, del territorio e della propria identità culturale. Grazie agli organizzatori e auguri a tutti i partecipanti, alle loro famiglie, agli appassionati, e che queste gare siano una vera “ripartenza” per un’Emilia-Romagna che vuole continuare a correre”. /va.ma.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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