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da: Movimento 5 Stelle Ferrara

Il M5S Ferrara ha presentato una interpellanza al Sindaco e alla Giunta per sciogliere alcuni dubbi e porre domande in merito all’appalto energia del Comune che affida la gestione della fornitura di energia, il servizio di manutenzione degli impianti termici, degli impianti elettrici e degli impianti antincendio per gli edifici comunali ad una società esterna. Un appalto monstre, che pesa sulle casse del Comune per oltre 18 milioni di euro in tre anni.
Il primo dubbio riguarda la formulazione della gara, poiché se è pur vero che i grossi appalti potrebbero favorire economie di scala per il fornitore e prezzi più bassi per il committente (ma molti precedenti non lo confermano), i bandi di dimensioni inferiori possono invece favorire la partecipazione di piccole e medie imprese operanti sul territorio, con produzione di ricchezza che resterebbe sul territorio e qui verrebbe reinvestita. Nella gara d’appalto del 2011, delle cinque aziende partecipanti nemmeno una era di Ferrara! Perché non valutare, dunque, una separazione tra fornitura gas (o calore, per le utenze TLR), gestione/manutenzione di impianti termoidraulici, elettrici, antincendio? E’ inoltre fuor di dubbio che dimensioni di appalto ridotte permetterebbero un controllo più puntuale, quindi maggiore trasparenza, da parte dell’amministrazione.
Ed è proprio il nodo del controllo un altro punto sul quale il M5S chiede chiarimenti. Quali e quanti controlli vengono effettuati sulle prestazioni della Società aggiudicataria dell’appalto? Il M5S ha denunciato più volte, anche in sede ufficiale di commissione ambiente straordinaria, che le temperature di riscaldamento in molti edifici pubblici sono al di sopra dei limiti di legge, come ha dimostrato anche una recente inchiesta giornalistica e come qualsiasi cittadino può percepire accedendo durante l’inverno agli uffici pubblici. Questo mancato controllo, oltre a configurarsi come una palese inadempienza contrattuale, genera sprechi e conseguente aumento di polveri sottili nell’aria di Ferrara, che, come sappiamo bene, risulta tra le venti città più inquinate d’Italia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Non è ammissibile lasciare il servizio di controllo e tutta la responsabilità in capo della Società, è preciso dovere dell’Amministrazione vigilare affinché le leggi e le condizioni d’appalto siano rispettate, soprattutto quando è in gioco la salute dei cittadini, oltreché la spesa pubblica.
Il M5S continuerà la propria battaglia sulla qualità dell’aria affinché, come spesso accade con lo spegnimento delle caldaie e il conseguente, seppure limitato, miglioramento delle emissioni, le emergenze vissute sino a pochi mesi fa non ritornino ad essere polvere nascosta sotto il tappeto, pronta a risaltar fuori il prossimo autunno, con la solita inutile ordinanza delle domeniche senz’auto.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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