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‘Il Gattopardo e la crisi d’impresa’. E’ questo il titolo dell’evento organizzato dall’Ordine dei Commercialisti di Ferrara assieme alla Fondazione (con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati, dei Consulenti del Lavoro, del Centro studi di diritto ed Economia e del Circolo dei Negozianti) che si terrà venerdì 26 e sabato 27 novembre a partire dalle 10 a Palazzo Roverella. Nella due giorni dedicata alla formazione, si alterneranno al banco dei relatori ospiti di primissimo livello. I saluti istituzionali, venerdì mattina alla 10, spetteranno al presidente del Tribunale di Ferrara Stefano Scati, alla coordinatrice Anna Ghedini, al presidente dell’Ordine degli Avvocati Eugenio Gallerani e a Maria Gabriella Arlotti, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. Dopo gli onori di casa fatti dal presidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti contabili di Ferrara Gianfranco Gadda, la prima sessione di lavori è dedicata al ‘Lungo travaglio della normativa in tema di crisi d’impresa: dalla legge Rordorf alla all’attualità passando per l’emergenza pandemica. A parlarne saranno Stefania Pacchi, Bruno Conca e Mauro Vitiello. Ad affrontare il tema legato ai riflessi penalistici della crisi d’impresa sarà Roberto Fontana, nella sessione dei lavori che inizierà alle 12. Il pomeriggio inizierà affrontando la sviscerando la legislazione e le tematiche legate alla composizione negoziata della crisi dal Dl118/21: l’esperto e le sue
attività. Il compito, in questo caso, è affidato a Maria Lucetta Russotto, Alberto Crivelli e Alessandro Solidoro. Alle 17, spazio al ruolo della Camera di Commercio nella composizione negoziata con l’esperto Sandro Pettinato. Al sabato, i lavori si aprono con il concordato semplificato liquidatorio: disciplina e coordinamento. Ad alternarsi al tavolo saranno Danilo Galletti e Federico Rolfi. Per quanto riguarda il sovraindebitamento, tra profili critici e coordinamento con le previsione del Dl 118/21 la parola spetterà ad Alessandro Farolfi, Fabio Cesare e Diego Manente. La relazione di sintesi verrà affrontata
invece da Andrea Lolli. L’evento è accreditato all’Ordine dei Commercialisti e degli esperti contabili di Ferrara, dall’Ordine degli Avvocati, dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro ed è valido per la formazione professionale 2021 per commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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