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da: organizzatori

Per “I tè letterari di San Benedetto” lunedì 8 febbraio 2016, alle ore 16.00, presso il Cinema San Benedetto (via Tazzoli 11, Ferrara), Gianna Vancini e Gian Paolo Borghi commentano con l’autore FRANCESCO BENAZZI il libro Come scrivere 180 lettere al direttore senza mai ricevere risposta. Lettere alla “Nuova Ferrara” e al “Resto del Carlino” & scritti vari (Faust Edizioni).

La prima parte del volume raccoglie le lettere che il professor Francesco Benazzi ha spedito, in oltre vent’anni, ai quotidiani “il Resto del Carlino” e “la Nuova Ferrara”. Sono freschi cammei a tutto campo, storie minime che spaziano dalle lapidi del Castello Estense ai ciclisti indisciplinati, dalla ‘salama’ premiata a Parigi nel 1878 agli errori di toponomastica, fino alle notizie meteo scritte in versi per renderle meno monotone…
Nella seconda parte vengono proposti gli articoli – spesso veri e propri saggi – pubblicati su riviste locali. Il versatile autore ci conduce tra battaglie instancabili nei palazzi della burocrazia, poesie di Leopardi e fiabe di La Fontaine tradotte in dialetto, eventi della storia ferrarese, grandi protagonisti delle scene musicali tedesca e italiana.
Prenda di mira la mano senza guanto del bottegaio nel macinato, o l’anniversario dimenticato di Cosmè Tura, stiamone certi: la penna ironica e pungente di Benazzi non fa sconti.

FRANCESCO BENAZZI, insegnante di lettere negli istituti superiori cittadini, ora in pensione, ha partecipato a numerosi concorsi letterari conseguendo vari premi. Da sempre appassionato di musica classica tiene, all’Università Popolare, corsi di cultura musicale e guida all’ascolto. Collaboratore di riviste del Gruppo Scrittori Ferraresi e membro del “Tréb dal Tridèl” (l’Accademia della Crusca del dialetto ferrarese), è al suo terzo libro dopo “Mi, Frara e Ludvìg” e “Ferrara nel processo unitario (1860-61)”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it