Back school, Bergamini (lega ER): “La regione promuova un programma di prevenzione per le patologie muscolo-scheletriche degli operatori sanitari”
Da: Fabio Bergamini
BACK-SCHOOL, BERGAMINI (LEGA ER): «LA REGIONE PROMUOVA UN PROGRAMMA DI PREVENZIONE PER LE PATOLOGIE MUSCOLO-SCHELETRICHE DEGLI OPERATORI SANITARI»
BOLOGNA, 14 GEN. «Parliamo degli infermieri e degli operatori sanitari soltanto quando scarseggiano ed a proposito dell’emergenza sanitaria, ma troppo spesso ci si dimentica delle conseguenze che i carichi di lavoro hanno sulla loro salute». Da questo inciso parte la campagna che il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, ha promosso assieme ai colleghi del Carroccio che fanno parte della Commissione Sanità, in Assemblea legislativa. Letteralmente, si chiama “Back School”, ma nella pratica si parla di un complesso programma di interventi che potrebbe essere attivato per prevenire le patologie lombari e le conseguenze del lavoro di cura. «La lombalgia aspecifica – dice Bergamini – colpisce circa il 70-80% delle persone adulte, causando secondo vari istituti cerca il 50% delle assenze dal lavoro. Il problema è particolarmente presente nella sanità. Un programma come il “Back School” – continua – fatto anche di educazione posturale, sessioni formative, e nozioni sulla corretta movimentazione dei carichi è in grado di incidere notevolmente sulla qualità della vita degli operatori sanitari, e la Regione dovrebbe pensare ad un progetto specifico in tal senso». In tal senso, la risoluzione leghista a prima firma Bergamini, ma sottoscritta anche dai consiglieri Daniele Marchetti, Simone Pelloni e Valentina Stragliati va nella direzione di migliorare il lavoro di cura. Anche perché, osserva il documento del Carroccio, «Da una corretta e armonica movimentazione, derivano benefici innegabili anche per i pazienti. Soprattutto quelli “fragili” e non in grado di comunicare, che si predisporrebbero in maniera positiva alle cure dell’operatore».

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)