Skip to main content

da: Alessio Pinelli

Abito da quasi quattro anni a Ferrara, ho frequentato molte volte la Caffetteria Ristoro Schifanoia e il suo giardino, per la sua bellezza e pace, ed a volte per concentrarmi per il mio studio universitario. (per i Ferraresi nativi, che spesso non conoscono questa perla del centro di Ferrara, è una casetta all’interno di un meraviglioso giardino, quello di Palazzo Schifanoia e del suo Museo, via Scandiana 21-23, che offre da 17 anni un servizio per i turisti e per la città). Ho avuto persino il piacere di lavorarci da questa primavera. Scrivo questo mio pensiero autonomamente. Il gestore, creatore e curatore di questo spazio è ignaro che io ora stia scrivendo ciò.
Domani, domenica 16 Novembre 2014, sarà a malincuore l’ultimo giorno di apertura di questa lunga ed appassionata gestione. Da un lato c’è la crisi economica e dall’altro c’è l’affitto da pagare al Comune che, già abbastanza alto, è appesantito dalla richiesta di saldare il canone di un periodo di affluenza nulla, dovuto alla chiusura totale del Museo a causa della ristrutturazione post-terremoto durata 7 mesi (per chi non lo sa, la Caffetteria è strutturata per offrire un servizio al Museo, inoltre nell’autunno-inverno diventa prevalentemente dedicato ai turisti essendo legata agli orari dello stesso: 9,30-18).
Quello che mi rende allibito è la cieca burocrazia che rivendica il diritto al canone per accordi legati ai regolamenti e giustificati dalla necessità di un introito nelle Casse Comunali, ma non si occupa di valorizzare i beni della propria Città, e non si adopera per ottenere profitti da altri servizi come potrebbero essere, per esempio, quelli derivanti dal Bookshop del Museo di Palazzo Schifanoia (chiuso dal terremoto del 2012), che si potrebbero paragonare come incasso al canone che riceverebbero dalla Caffetteria, se non di più. Mi sono chiesto per mesi perché non abbiano anche solo messo un tavolo con qualche libro e souvenir nell’ingresso del Museo, essendo il Bookshop in un area ancora non ripristinata dal terremoto, offrendo così un servizio ai turisti e ricevendo un incasso in più. Alla biglietteria viene venduto soltanto un piccolo libro sul Palazzo, e solo in italiano, peraltro poco pubblicizzato.
Per quel che mi riguarda domani sarebbe comunque il mio ultimo giorno di lavoro visto che il mio ruolo è stato quello di aiutare durante l’affluenza primaverile-estiva. Ma trovo triste che tutto l’impegno che c’è stato per curare la Caffetteria e il Giardino in questi 17 anni venga fatto svanire così.
(per i curiosi, su facebook c’è una pagina e un gruppo, “Caffetteria Schifanoia – Giardino dell’Amore”, dove potete trovare molte foto)
Riflettendo ancora su tante contraddizioni continuo a rimanere allibito davanti a questa situazione, dove niente si muove per trovare soluzioni adeguate.

Alessio Pinelli

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it