Skip to main content

Gentile redazione, sono una cittadina svizzera figlia di una signora ferrarese ultranovantenne. Diversi anni fa mia madre ha deciso di ritornare nella sua città natale, optando per una struttura dove, all’inizio, si trovava bene. Ora la gestione della stessa lascia un po’ a desiderare ed io sono molto preoccupata per il benessere della mamma. Personalmente non riesco neppure a scendere per verificare lo stato delle cose e, per questo, ho interpellato più volte la direzione del pensionato. Nonostante la retta che noi paghiamo, purtroppo, non ho ricevuto le risposte sperate. Mi trovo, così, costretta a mandare una lettera ai giornali sperando di essere, almeno da questi, sostenuta. Confidando in una vostro pubblicazione, vi chiederei, se possibile, vista la lontananza di essere informata sulla eventuale pubblicazione.

Alla gentile direzione Fondazione Beata Beatrice d’Este-Ferrara

Questa storia è iniziata nel dicembre del  2011,  giorno dell’ ammissione di mia mamma nella struttura Fondazione Beata Beatrice d’Este di Ferraa, residenza per persone anziane.
Durante tutti questi anni, la mamma si è sentita felice di aver scelto questa struttura perchè, diceva, di sentirsi come in famiglia,di sentirsi bene, accettata,amata e in sicurezza.
Ma tutto questo non c’è più! Perché oggi c’è un intruso che si chiama Covid-19. Fortunatamente il virus, non  è entrato nella struttura  e tutte le ospiti e il personale possono sentirsi tranquilli. Ma, purtroppo, anche in questa struttura così tranquilla è emerso un problema, direi anche parecchi  problemi.
Quello principale è che, che da più di quattro mesi,  l’ ascensore non funziona. Ascensore  che si rivela fondamentale per le signore anziane, soprattutto quando devono andare in sala da pranzo. Faccio presente che alcune ospiti soffrono anche di problemi cognitivi, di orientamento e di qualche problemino mentale. Mia mamma non può, quindi, più scendere due volte al giorno per i pasti. Con i suoi disturbi , fare tutte quelle scale ogni giorno per lei è impensabile. E così anche per molte altre ospiti del pensionato.
Io non capisco perchè la direzione faccia fa l’occhio sordo  lasciando così  l’ascensore difettoso sotto silenzio da mesi – come cuore che non vede, cuore che non soffre- Inoltre tutto questo senza mai informare le famiglie , le quali, tra l’altro, non possono visitare le loro care.. Quando mi sono permessa di rilevare il problema, la direzione ha risposto che il lavoro non era stato eseguito per causa del Covid 19 e che i pezzi di ricambio devono venire dal’estero, ma, fortunatamente,  a genaio l’impresa avrebbe potuto iniziare i lavori. Ma a oggi  non si è visto ancora nessun operaio.
Un secondo problema riguarda la gestione della lavanderia. E’ stata apportata una modifica ma le modifiche dovrebbero portare a miglioramenti, ma non è questo il caso. Infatti spesse volte le ospiti non ricevono tutti i loro effetti personali.  Dove saranno andati? smarriti, rubati e chi lo sa?
Sembra che la direzione abbia la volontà di operare diversi cambiamenti, come quello di proibire anche la possibilità, per le ospiti, di tenere in camena  biscotti, cioccolato. In qualche caso ha anche aperto i regali di natale dei parenti, con il pretesto che le persone anziane soffrono di diabete o possono soffocare se mangiano qualcosa per loro proibito. Ora io mi chiedo: chi non soffre di diabete o chi è in grado di gestire la masticazione perchè deve essere privato di un dolcetto, soprattutto in questo momento così difficile?
Gentile direzione della struttura, agendo in questo modo, le vostre ospiti non è di Covid  che certamente  andranno a morire, ma di dolore, perchè sentiranno nei loro confronti una certa mancanza di considerazione e di rispetto. Non mi sembra che le vostre ospiti facciano parte delle vostre priorità. In questo modo queste persone non vengono rispettate nella loro individualità, nei loro bisogni, nei loro piccoli piaceri.
Spero che questo articolo faccia prendere coscienza che un anziano rimane una persona che va rispettata. Soprattutto spero, finalmente, di essere ascoltata, sperando, che non ci sia una ritorsione sulle ospiti.

Monique Jacot

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it