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Egregio Sig. Ministro,

Da ormai diversi anni i comuni della Provincia di Ferrara sul cui territorio insistono impianti della Bonifica si trovano giudizialmente opposti al Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara ed alla Agenzia delle Entrate a seguito di un molteplice contenzioso arrivato fino alla Suprema Corte di Cassazione, la quale se da un lato ha sancito la legittimità delle pretese fiscali delle amministrazioni locali ( un tempo ICI ora IMU), al tempo stesso ha pure sancito una serie di palesi iniquità ed una gestione del problema da parte della Agenzia delle Entrate che entrambi giudichiamo da doversi superare.

I Comuni ed il Consorzio infatti pur su fronti contrapposti si riconoscono reciproca legittimità di condotta e pari impotenza nell’evitare questi contenziosi che traggono origine dagli accertamenti e dalle classificazioni operate dalla Agenzia delle Entrate, un contenzioso caratterizzato da pronunciamenti nelle Commissioni Tributarie sia provinciali che regionali spesso di segno opposto.

Accade infatti che in territori diversi del nostro paese le Agenzie delle Entrate si comportino in modo difforme in ordine alla classificazione delle medesime tipologie di fabbricati consortili. Ci risulta in particolare che solo a Modena, Ferrara e nel Consorzio del Veneto Orientale (San Donà di Piave – Portogruaro) sul territorio nazionale, siano nella situazione che andiamo a rappresentarLe e che oltre ad essere sperequata, si presta anche a comprensibili, ancorchè formalmente infondate, doglianze fra un comune e l’altro nel medesimo territorio: infatti la classificazione in classe D dei fabbricati della bonifica, onerati quindi del tributo IMU, costringe i cittadini di tutto il territorio provinciale a contribuire, mentre a beneficiarne sono stati soli i comuni sul cui territorio insiste l’impianto.

Non stiamo parlando di importi modesti, ma di milioni di euro all’anno, recuperati anche per il pregresso, che sommati ad una bolletta energetica di oltre 5 milioni di euro, gravata di accise ed imposte, fanno si che un territorio ampio e storicamente idrogeologicamente a rischio di allagamento, debba dirottare ogni anno ingenti risorse prelevate dai cittadini e dalle imprese alla fiscalità piuttosto che agli investimenti ormai da anni carenti.

Ciò premesso entriamo nel merito della questione chiedendo a Lei ed agli uffici del Ministero interessati di intervenire, ed ai parlamentari di farsi carico di una situazione insostenibile e nel prosieguo anche rischiosa.

Dal 2015 in poi il nostro Consorzio ha ricevuto n. 32 avvisi di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate con i quali è stata modificata la classificazione di immobili adibiti ad Impianti di Bonifica e situati in diversi Comuni della Provincia di Ferrara dalla Cat. E9 (esenti da IMU) alla Cat. D (soggetti ad IMU);
Il Consorzio ha provveduto ad impugnare suddetti provvedimenti con ricorsi alla Commissione Tributaria Provinciale e la stessa e ha accolto i ricorsi del Consorzio con sentenze nn. 479, 527, 528 e 529 del 2016;

Alla luce delle pronunce favorevoli emesse in favore del Consorzio di Bonifica Agenzia delle Entrate (durante il contenzioso attivato con altri ricorsi avanti alla CTP) ha annullato in autotutela diversi provvedimenti di classificazione, con conseguente cessazione della materia del contendere, tuttavia al tempo stesso la Agenzia ha poi promosso ricorso alla Commissione Tributaria Regionale nei confronti delle sentenze della CTP sopracitate (cause tuttora in corso, non ancora fissate le udienze) costringendo gli enti anche per i ricorsi accolti a dover accantonare per il pregresso e l’eventuale rischio di soccombenza somme rilevantissime.

Ribadiamo che in quasi tutti altri territori italiani le stesse tipologie edilizie ed impiantistiche sono viceversa classificate sub E ergo non soggette ad imposta.

Al danno fatto ed alle somme già erogate e sottratte ad investimenti più utili anche in tema di risparmio energetico, non c’è rimedio, ma il futuro è tutto nelle mani dell’atteggiamento che auspichiamo coerente e comprensivo da parte delle Agenzie che, a parte i costi dei contenziosi nei quali sarà soccombente come ad fino oggi è avvenuto, dovrebbe farsi carico anche di una riflessione in tema di interesse pubblico delle realtà consortili, senza scopo di lucro e, lo ripetiamo, di una omogeneità territoriale che oggi ci vede particolarmente penalizzati.

Le chiediamo dunque un personale intervento, manifestandoLe la nostra disponibilità sia a fornire tutto il materiale idoneo ad una valutazione del problema evidenziato, sia a partecipare ad un incontro presso il Ministero confidando nel Suo fattivo interessamento.

COMUNE DI FERRARA Città Patrimonio dell’Umanità
Gabinetto del Sindaco
Ufficio Portavoce

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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