Le conclusioni della Commissione Internazionale d’inchiesta sui Territori Palestinesi Occupati
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Le conclusioni della Commissione Internazionale d’inchiesta sui Territori Palestinesi Occupati
La “Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sui territori palestinesi occupati”, istituita il 27 maggio 2021, ha pubblicato un rapporto che esamina le presunte violazioni del diritto internazionale commesse a Gaza dall’ottobre 2023, con particolare focus sulla responsabilità statale per genocidio.
Il testo integrale del rapporto è solo in inglese ed è disponibile sul sito web dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCRH).
La traduzione integrale (non ufficiale) di Piergiorgio Cipriano è invece scaricabile qui: A-HRC-60-CRP-3_ita
La definizione e il contesto del “genocidio”
Il genocidio, definito dalla Convenzione sul Genocidio e dallo Statuto di Roma, comprende 5 categorie di atti compiuti con l’intento di distruggere un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. La Commissione si è concentrata su quattro di queste categorie, non disponendo al momento di prove sufficienti per la quinta:
- Uccidere membri del gruppo;
- Causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo;
- Infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica, in tutto o in parte;
- Imporre misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo;
- Trasferire forzatamente i bambini del gruppo a un altro gruppo.
Uccisione sistematica di civili
I numeri presentati dalla Commissione sono devastanti. Dal 7 ottobre 2023 al 31 luglio 2025, sono stati uccisi 60.199 palestinesi, di cui 18.430 bambini e 9.735 donne. L’aspettativa di vita a Gaza è crollata da 75,5 a 40,5 anni, una diminuzione del 46,3% che rappresenta quasi la metà dei livelli prebellici.
Particolarmente allarmante è la proporzione di vittime civili: almeno il 46% dei palestinesi uccisi erano donne e bambini. Durante la ripresa delle operazioni militari dal 18 marzo al 25 marzo 2025, le vittime femminili e infantili hanno rappresentato quasi il 60% del totale dei decessi. In questo periodo sono stati documentati 224 attacchi contro edifici residenziali e campi per sfollati.
L’intensità degli attacchi è straordinaria anche in termini comparativi: Israele sta sganciando in meno di una settimana quello che gli Stati Uniti sganciavano in Afghanistan in un anno, in un’area molto più piccola e densamente popolata. Secondo le autorità israeliane, a maggio 2025 erano stati uccisi 8.900 militanti di Hamas e Jihad Islamica, il che significa che l’83% delle vittime erano civili.
Attacco al sistema sanitario
Il sistema sanitario è stato sistematicamente colpito. Tra ottobre 2023 e luglio 2024, Israele ha effettuato 498 attacchi contro strutture sanitarie, uccidendo direttamente 747 persone. Al 24 giugno 2025, solo il 36% delle strutture sanitarie rimaneva operativo. 180 ambulanze erano state attaccate al 7 maggio 2025.
Gli operatori umanitari non sono stati risparmiati: 408 operatori umanitari sono stati uccisi dal 7 ottobre 2023, inclusi oltre 330 membri dello staff UNRWA. Anche durante i cessate il fuoco, le uccisioni sono continuate, come dimostrato dagli attacchi del 18 marzo 2025 che hanno causato oltre 404 morti e 562 feriti.
Ferite fisiche e psicologiche
Al 30 luglio 2025, il numero di feriti ammonta a 146.269 persone. Il Ministero della Salute di Gaza ha registrato 4.500 casi di amputazione entro la fine del 2024, di cui si stima 800 bambini e 540 donne. Secondo l’UNICEF, circa 1.000 bambini avevano subito amputazioni entro novembre 2023, alcune senza anestesia.
La distruzione fisica è immensa: UNOSAT ha identificato 170.812 strutture danneggiate o distrutte, generando 50.773.494 tonnellate di detriti il cui smaltimento richiederebbe circa 21 anni.
Sfollamento forzato e condizioni di vita
Oltre 1,9 milioni di persone sono state sfollate, circa il 90% della popolazione. I palestinesi sono stati costretti a spostarsi in media almeno 6 volte, alcuni fino a 19 volte. Al 20 luglio 2025, il 75% della Striscia di Gaza era interdetto ai palestinesi attraverso corridori militari e zone cuscinetto.
La situazione alimentare è catastrofica: oltre il 90% della popolazione affronta grave insicurezza alimentare. Il blocco più severo si è verificato dal 2 marzo al 18 maggio 2025, quando Netanyahu ha rescisso l’accordo di cessate il fuoco e interrotto tutti gli aiuti. Anche dopo l’allentamento, solo 9 camion delle Nazioni Unite sono stati autorizzati il primo giorno.
Misure contro le nascite
La Commissione ha documentato attacchi specifici contro strutture riproduttive. La clinica di fecondazione in vitro Al-Basma, la più grande di Gaza, è stata bombardata nel dicembre 2023, distruggendo circa 4.000 embrioni e 1.000 campioni di materiale genetico. La Commissione ha concluso che questo attacco mirava deliberatamente a impedire le nascite tra i palestinesi.
Circa 545.000 donne e ragazze in età riproduttiva sono state colpite dagli attacchi alle strutture sanitarie. Si registra un aumento degli aborti spontanei fino al 300%, mentre al 19 maggio 2025 quasi 11.000 donne incinte erano a rischio carestia.
In base agli elementi raccolti e dettagliatamente documentati nel rapporto, al punto 252 la Commissione conclude:
… sulla base di fondate motivazioni, che le autorità israeliane e le forze di sicurezza israeliane hanno commesso e continuano a commettere i seguenti atti di genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza, vale a dire (i) l’uccisione di membri del gruppo; (ii) il causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo; (iii) l’infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica totale o parziale; e (iv) l’imposizione di misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo.
In copertina: Gaza: immagine di unipd-centrodirittiumani.it/
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Chi contesta questi dati è complice.
Grazie