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da Coordinamento Nazionale NO TRIV

Di seguito il testo dell’appello del Coordinamento Nazionale NOTRIV Al Presidente del Consiglio ed ai Componenti del Consiglio dei Ministri del 28 ottobre scorso:

“…Secondo il rapporto presentato in Parlamento il 28 settembre scorso dall’ASvis (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile) sull’attuazione degli impegni in materia di sviluppo sostenibile sottoscritti dal nostro Paese un anno fa alle Nazioni Unite (Agenda Globale 2030), l’Italia versa in una condizione di “non sostenibilità”.
Prendiamo atto, con profondo rammarico, del fatto che l’Italia ha dunque mancato l’appuntamento annuale della prima sessione per la verifica degli obiettivi della roadmap al 2030. Per quanto concerne l’energia, i numerosi e qualificati esperti che hanno partecipato alla redazione del Rapporto, ritengono che la transizione alla decarbonizzazione ed alle fonti rinnovabili stia procedendo troppo lentamente rispetto al raggiungimento degli obiettivi definiti a Parigi nell’ambito della COP 21.
Il 2015 ha rappresentato purtroppo l’annus horribilis delle performances ambientali ed energetiche del nostro Paese: Eurostat, infatti, certifica che nel 2015 le emissioni di gas serra sono cresciute del 3,5% rispetto al 2014 mentre Ispra identifica in quello energetico il settore meno performante dal punto di vista del taglio delle emissioni di CO2.
Il 2015 ha segnato anche una grave battuta d’arresto nell’efficientamento del sistema energetico nazionale e nella crescita del contributo delle rinnovabili al mix energetico: l’intensità energetica del P.I.L. è aumentata del 2% rispetto all’anno precedente; le rinnovabili elettriche sono passate negli ultimi tre anni dal 16,7 al 17,3% del Consumo Finale Lordo mente quelle termiche hanno arrancato, perdendo addirittura posizioni nel settore dei trasporti.
Eppure nel 2002 ci siamo dotati di una “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia” rimasta tuttavia priva di misure attuative malgrado da allora siano trascorsi ben 14 anni!
Per tutte le ragioni fin qui richiamate, occorre che L’Esecutivo da Voi rappresentato agisca con vigore ed in tempi brevi, recependo nella nuova Strategia Energetica Nazionale -che vedrà la luce nel 2017- e nei conseguenti documenti di programmazione economica nazionale i seguenti obiettivi e le seguenti linee di indirizzo:
– contributo delle rinnovabili alla produzione di energia elettrica per il 50% entro il 2025 e per il 60% entro il 2030, ed alla produzione di energia elettrica e termica per il 100% entro il 2050;
– diffusione nelle Isole Minori di sistemi di produzione ed autoconsumo autosufficienti dal punto di vista energetico, con obbligo di raggiungimento di obiettivi di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per il 100% al 2030;
– taglio delle emissioni di CO2 del 50% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 e del 100% entro il 2050;
– miglioramento dell’efficienza energetica rispetto ai valori del 1990 per il 40% al 2030 e per il 100% al 2050;
– promozione di un nuovo modello energetico che dia ampio spazio alla generazione distribuita, all’autoproduzione ed all’autoconsumo;
– approvazione di un Piano Straordinario di investimenti per reti di distribuzione, reti chiuse e città “intelligenti”, e per l’incremento dell’efficienza energetica mediante creazione di un Fondo gestito da Cassa Depositi e Prestiti e da altri istituti di credito;
– definizione di un quadro normativo chiaro ed univoco, che incentivi la produzione di energia da fonti rinnovabili, integrata con sistemi di accumulo;
– recepimento nel Ddl Concorrenza dell’invito rivolto al Governo dall’Antitrust nel luglio 2016 per un intervento “in favore di una revisione ed integrazione della disciplina normativa e regolamentare riguardante i Sistemi di Distribuzione Chiusi, volta a consentire la realizzazione di nuovi reti elettriche private … e ad eliminare ingiustificate limitazioni alla concorrenza tra differenti modalità organizzate delle reti elettriche e tra differenti tecnologie di generazione”;
– approvazione di misure atte a conferire trasparenza ed a consentire una reale liberalizzazione del mercato della distribuzione dell’energia elettrica che vede oggi un solo Gruppo detenere una quota di mercato pari all’85%;
– approvazione di un Piano per lo Sviluppo di Sistemi di Accumulo di energia elettrica che preveda contributi sia in conto capitale sia in conto interessi a favore di famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni che intendano dotarsi di tali sistemi;
– approvazione di un nuovo Piano dei Trasporti che privilegi forme di mobilità sostenibile, consentendo in tal modo alla mobilità elettrica di raggiungere una quota di mercato del 30% al 2025 e del 60% al 2050;
– introduzione del divieto di vendita di nuovi autoveicoli alimentati con combustibili fossili a decorrere dal 2025;
– riforma e rafforzamento dei poteri dell’ Aeeg.Si e dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che conferisca alle stesse uno status di reale autonomia ed indipendenza rispetto alle influenze esercitate dagli oligopoli;
– previsione di un sistema di governance che restituisca centralità alla collaborazione ed alla concertazione tra lo Stato, le Regioni ed il sistema delle Autonomie locali;
– reintroduzione nell’ordinamento di un “Piano delle Aree” con cui lo Stato e le Regioni individuino le aree del territorio nazionale (terraferma e mare) interdette alle attività “petrolifere”;
– revisione in senso restrittivo della normativa riguardante le attività estrattive sia su terraferma sia offshore, coerente con il raggiungimento dell’obiettivo della completa decarbonizzazione al 2050;
– introduzione della carbon tax e dell’istituto del “dibattito pubblico” -già richiamato a pagina 121 nella Sen-, su più pregnanti forme di partecipazione delle comunità locali nei processi decisionali e sulla obbligatorietà dell’analisi costi/benefici per tutte le opere pubbliche o di interesse pubblico, nessuna esclusa;
– abolizione di ogni forma di incentivazione alle Imprese energivore che non abbiano adottato e sperimentato con successo, entro il 2020, nuove tecnologie di processo a bassa intensità energetica;
– abolizione di ogni forma di incentivazione alle Imprese energivore che non abbiano adottato e sperimentato con successo, entro il 2020, nuove tecnologie di processo a bassa intensità energetica;
– abolizione di ogni forma di incentivazione, diretta ed indiretta, alla produzione di energia da fonti fossili;
– moratoria delle attività di prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi sia su terraferma sia in mare;
– appoggio alla richiesta del Governo francese di indizione di una conferenza dei Paesi del Mediterraneo per una politica comune sulle attività legate all’Oil&Gas e di moratoria delle attività estrattive estesa a tutto il Mediterraneo;
– drastico innalzamento dell’importo delle royalties “petrolifere” ed abolizione di ogni forma di franchigia o di incentivazione alle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi;
– approvazione di un Piano Straordinario di riconversione delle imprese Oil&Gas, di un piano di riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori in altri settori da compiersi entro il 2050.
Certi di un Vostro sollecito riscontro e considerata l’importanza degli argomenti sottoposti alla Vostra attenzione, ci diciamo disponibili da subito ad un necessario e costruttivo confronto.
Distinti Saluti.”

info@notriv.com

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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